ANCONA – “Il mare accoglie. La paura respinge. La vergogna non ha colori“. Questo lo slogan sul palco di piazza Roma ad Ancona dove si è svolta con successo la manifestazione “Se migrante fossi io”.
Le adesioni all’iniziativa sono iniziate su internet con contributi fotografici e non solo, con l’hashtag #se migrante fossi io “vorrei poter scegliere”, “vorrei sentirmi a casa”, “vorrei lo ius soli per mio figlio”, “sarei umano come te”. Promossa dalla Cgil di Ancona insieme a Anpi, Amnesty International, Arci, Caritas, Casa delle Culture, Festa per la Libertà dei Popoli, Gulliver, Libera, Se Non Ora Quando, Meic, Semaj, Terzavia, Time For Peace, Cisl e Uil. Letture, testimonianze, racconti accompagnati dalle musiche di Matteo Polonara e Francesco Pesaresi.
L’iniziativa è stata ideata per dare visibilità e parola a quella rete di associazioni, organizzazioni e persone che rifiutano i muri, le paure, le xenofobie e i razzismi e che nel quotidiano, frequentemente in silenzio, lavorano per il rispetto, l’inclusione e la convivenza civile, per la solidarietà e l’umanità, fondamenta dei quei valori comuni di libertà, di uguaglianza, giustizia sociale e democrazia alla base della nostra Costituzione. Oggi ad Ancona un nuovo nato su cinque ha almeno un genitore di origine straniera, il 23% dei bambini nati nelle Marche ha un genitore non italiano e uno su sette frequenta le scuole dell’infanzia. Il 67% dei cittadini immigrati nella provincia di Ancona è residente da molti anni ed ha un permesso di lunga durata.
La Cgil Ancona spiega: «Nella provincia di Ancona nel 2015 sono pervenute poco meno di duemila richieste di riconoscimento di protezione internazionale. Un numero da prendere in considerazione, ma ben lontano da considerare “invasione”. Persone che fuggono da povertà, conflitti e violazioni dei diritti umani, alle quali vanno riconosciuti i diritti posti alla base delle nostre civiltà in generale e della nostra Costituzione in particolare. Per fare questo è necessario ed urgente che siano presi provvedimenti come una riforma della legge sulla cittadinanza, la cui approvazione è ferma da anni al Senato, che preveda lo “ius soli”, una legge organica sul diritto all’asilo con una revisione del “regolamento Dublino”, e nuove politiche d’integrazione sociale e culturale».