SENIGALLIA – Dalla spiaggia di velluto al capoluogo dorico per manifestare contro CasaPound. Tanti attivisti senigalliesi si stanno organizzando per andare ad Ancona sabato 6 ottobre e protestare contro l’apertura della sede in città dell’organizzazione politica di estrema destra, come avvenne nel dicembre 2017.
Ci saranno alcuni rappresentanti dell’Anpi – l’Associazione nazionale Partigiani d’Italia – di Senigallia, così come gli attivisti dello spazio autogestito Arvultùra, gli esponenti politici de La Città Futura di Senigallia e di Possibile Marche.
L’apertura della sede anche ad Ancona di CasaPound non è un episodio isolato, spiega il presidente Anpi di Senigallia Leonardo Giacomini, ma il frutto di politiche reazionarie e discriminatorie messe in atto da vari partiti e governi che alimentano la paura e l’insicurezza: facendo così, si «agevola la diffusione sul territorio nazionale di organizzazioni neofasciste e neonaziste che alimentano a loro volta una cultura di odio e intolleranza, a ottant’anni dalla tragica promulgazione delle leggi razziali. L’Anpi chiede – conclude Giacomini – che le organizzazioni neofasciste o neonaziste siano messe nella condizione di non nuocere e vengano sciolte per legge, come imposto dalla XII Disposizione della Costituzione (“È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”), e invita alla vigilanza e alla mobilitazione da costruire con politiche che prevedano il più ampio coinvolgimento di tutte le forze democratiche antifasciste».
Alla manifestazione antifascista ad Ancona parteciperanno anche gli attivisti senigalliesi di Arvultùra e l’associazione Possibile Marche. «Un partito apertamente neofascista come Casapound, che opera in barba alla Costituzione e si è macchiato negli anni di numerose azioni di violenza – si legge in una nota stampa di Possibile Marche – non può avere agibilità politica nel nostro Paese e nelle nostre città. È quanto mai necessario manifestarsi nelle piazze, per difendere i valori della democrazia e della Resistenza, messi in pericolo da chi fa della violenza e della discriminazione la sua bandiera».