SENIGALLIA – Chi amava il calcio, chi la pallavolo o la ginnastica, chi frequentava il liceo e chi invece aveva quattro figli. Sono le storie delle sei vittime della tragedia di Corinaldo che ieri notte, per la festa dell’Immacolata, si sono intrecciate. Mischiate assieme, in un turbinio di emozioni, per la gioia di una serata di divertimento e il terrore di attimi di panico. Una ressa fuori controllo ha spezzato sei vite e causato decine di feriti, alcuni ancora in rianimazione a Torrette di Ancona.
Era la seconda volta che Asia Nasoni, 14enne di Marotta, si recava alla Lanterna Azzurra, la discoteca dove si è verificata la tragedia corinaldese. Figlia di un imprenditore della zona, amava la ginnastica, a cui si era avvicinata con l’Atletica Marotta e proseguita poi con l’Alma Juventus Fano. Frequentava le superiori, il Medi, a Senigallia ed è stata dipinta da tutti come una ragazza solare, che amava uscire con gli amici.
L’altra 14enne coinvolta nella tragedia della discoteca di Corinaldo è Emma Fabini. Viveva a Senigallia, frequentando il primo anno del liceo classico Perticari. Il padre gestisce una parafarmacia nel centro commerciale Saline dove già dalle prime ore di ieri è comparso il cartello “chiuso per lutto”. Anche Emma aveva provato quella sensazione di fastidio alla gola, che l’aveva spinta a dirigersi verso l’uscita di sicurezza, quella maledetta uscita dove è caduta, è stata calpestata e dove ha perso la vita. Alcune sue amiche sono sotto choc: loro si sono salvate ma non sono riuscite a fare nulla per Emma. Vittima innocente di una sciagura, ha detto il dirigente scolastico Orsolini, che ha assicurato come la scuola farà di tutto per aiutare a superare questo momento così drammatico.
PER SAPERE TUTTO SULLA TRAGEDIA DI CORINALDO
Due i quindicenni deceduti nella notte tra sabato 7 e domenica 8 alla Lanterna Azzurra di Corinaldo, ora sotto sequestro per permettere le indagini degli inquirenti. Mattia Orlandi abitava a Frontone, piccolo comune della provincia di Pesaro e Urbino. Appassionato di calcio, sui social spronava a impegnarsi per seguire i propri sogni: sul canale instagram aveva postato un messaggio mentre era in viaggio con altri amici verso Corinaldo, con la navetta da Pergola. Era la seconda volta che ci andava, ha detto sconvolto il padre all’obitorio di Torrette. Giocava a calcio con la Pergolese, in procinto di passare al Sassoferrato-Genga, e frequentava con passione l’Itis Merloni di Fabriano.
Benedetta Vitali era originaria di Fano, dove i genitori gestiscono un bar e dove tutti la conoscevano fin da piccolissima. Solare e gentile, Benedetta amava la pallavolo che praticava con la Virtus Volley, assieme a un’altra amica, anche lei coinvolta nella vicenda di Corinaldo e ora in rianimazione. Sempre a Fano andava a scuola, al liceo Nolfi. In molti la ricordano sulle proprie pagine social come una giovane brava a scuola, energica, bella, solare.
Più introverso Daniele Pongetti, per gli amici “Dani” o “Pongio”. Aveva 16 anni ed era un talento promettente del calcio locale. Giocava nell’Aesse calcio e aveva anche fatto una stagione tra le giovanili dell’Ancona 1905, poi un infortunio da cui si stava riprendendo. Grande tifoso della Juventus. «Una persona buona» lo ricorda Massimiliano Frulla, dipendente comunale come il padre di Daniele, nonché responsabile dell’Aesse, dove l’ha allenato fin da piccolo. «Un ragazzo introverso, timido, ma molto disponibile e anche un bravo giocatore, riferimento per la squadra». Frequentava l’Itis Volterra di Ancona.
Tra tanti ragazzi c’era anche Eleonora Girolimini, 39 anni: è l’unica adulta a essere rimasta fatalmente schiacciata dalla calca. Era in discoteca con la figlia di appena 10 anni e il marito, entrambi salvi per miracolo. Proprio Eleonora ha protetto fino all’ultimo istante la figlia, prima di essere travolta dalla folla impazzita per una sostanza urticante. La donna aveva altri tre figli, uno dei quali prende ancora il latte, ha detto il marito Paolo. Eleonora è molto nota a Senigallia perché è figlia di un ristoratore che aveva il locale Bano, sul lungomare Da Vinci. Anche lei si è trovata in quella discoteca che doveva essere il ritrovo festoso per una serata che accoglieva i ragazzi di ben cinque istituti scolastici della zona. L’ultimo suo atto d’amore è stato quello di proteggere la figlia, fino a perdere la propria vita.