SENIGALLIA – Settant’anni contro tutte le vulnerabilità e al servizio dei cittadini. 70 anni di impegno e di attività in tutti i campi, dal sanitario, al sociale, all’assistenziale, allo sviluppo dei giovani, alla protezione degli anziani, all’aiuto ai disabili, agli interventi in occasione di calamità naturali. «Ogni volontario, dal 1947 a oggi, sa di avere sempre operato per giuste cause, come è stato riconosciuto da quanti, negli anni, con la nostra Associazione sono venuti a contatto», spiega il Comitato locale. Senigallia si prepara per festeggiare l’evento: la celebrazione sabato dalle 16 all’Auditorium San Rocco alla presenza delle autorità e dei volontari di ieri e di oggi. «Un pomeriggio di festa, nel corso del quale ci sarà uno scambio di auguri dei volontari tra di loro e con tutti i cittadini e le autorità che interverranno, con la promessa che il Comitato di Senigallia della Croce Rossa Italiana sarà anche per il futuro un punto di riferimento per tutti», dicono i promotori.
La storia
Ne è passato di tempo da quel lontano 1947 quando, dalle ceneri della preesistente e nobile Società di Primo Soccorso, nacque il Sottocomitato di Senigallia della CRI che, dopo anni di sedi provvisorie nelle sistemazione più improbabili, riuscì a costruire le sua prima vera, e attuale, sede.
Si è passati da Sottocomitato, a Comitato Locale e ora Comitato. Così come sono cambiati i mezzi in uso, dal Dodge 4×4 ex ambulanza militare utilizzata dalla sanità americana della II Guerra Mondiale, a mezzi dotati delle attrezzature più sofisticate, tali da trasformarli in veri e propri pronto soccorso mobili. Non sono cambiati, invece, le donne e gli uomini che si sono succeduti nel tempo vestendo la divisa della CRI, o almeno non sono cambiati il loro spirito umanitario e la loro voglia di mettersi in gioco, al servizio di tutti e con l’intima soddisfazione di avere dato qualcosa di loro stessi a chiunque si fosse trovato in difficoltà. È invece cambiato, e molto, il modo di operare: continui corsi di aggiornamento, incontri di retraining, addestramento all’uso dei nuovi presidi, scambi di esperienze con volontari di altre zone d’Italia hanno notevolmente contribuito ad elevare la professionalità che viene quotidianamente espressa nelle attività di istituto.