SENIGALLIA – I soffitti a stucco del Palazzetto Baviera, raffiguranti le storie dell’Antico Testamento e le Fatiche di Ercole, opera di Federico Brandani, torneranno a risplendere grazie al contributo di 35 mila euro versato lo scorso dicembre dalla Box Marche Spa attraverso il meccanismo dell’art bonus.
Il Palazzetto Baviera, è una semplice ma armonica costruzione d’origine trecentesca riadattata con impronta rinascimentale sul finire del ‘400 che chiude la piazza del Duca sulla destra, e sarà riaperto al pubblico a fine maggio.
L’ordine di edificare fu dato, probabilmente nello stesso periodo in cui si iniziò ad espandere la Rocca, da Giovanni Giacomo Baviera, zio materno e luogotenente di Giovanni Della Rovere, il quale incaricò Baccio Pontelli di sovrintendere ai lavori.
Il cortile interno è impreziosito da un portico su due ordini di colonne nel quale si affaccia un elegante pozzo contornato dagli stemmi dei Baviera, sotto il portico si trovano varie epigrafi latine e reperti architettonici.
Il maggior vanto del Palazzetto è la straordinaria sequenza di stucchi eseguiti nel 1590 dall’illustre plasticatore di Urbino, Federico Brandani, che ornano le volte di cinque sale narrando brani della Genesi, della Storia di Roma, dell’Iliade e delle fatiche di Ercole: nella 1ª camera 14 lunette con la Guerra di Troia; nella 2ª le Fatiche d’Ercole e la Terra Madre; nella 3ª Storie bibliche; nella 4ª (a sin. della 1ª) Carità e scene della storia romana; nella 5ª e 6ª Episodi dell’epoca imperiale e Deità pagane.
Il Palazzetto Baviera costituisce una delle testimonianze artistiche più importanti della città e uno degli esempi più alti di scultura plastica. L’edificio venne acquistato da Giovan Battista Baviera nel 1512, rimanendo di proprietà della famiglia fino al 1956 quando Barbara Baviera lo donò al Comune di Senigallia insieme agli arredi delle sale, degli stucchi e dell’anticamera.
Federico Brandani, realizzò il suo capolavoro a Senigallia, ma lavorò al santuario di Loreto, nel Palazzo Ducale di Urbino, città dove nacque attorno al 1522, a Villa Giulia a Roma su committenza di papa Giulio II, nei castelli piemontesi di Fossano e Rivoli.
Una dettagliata descrizione del suo lavoro senigalliese è contenuta nell’interessante, ma introvabile libro: “I soffitti del Palazzetto Baviera”, Federico Brandani a Senigallia, a cura di Isabella Antonietti, Camillo Nardini, Senigallia : [s.n.], 1995 (Marzocca di Senigallia, Tipolito Commerciale).
Esattamente un anno fa, cogliendo immediatamente l’opportunità concessa dal governo per promuovere la tutela del patrimonio artistico nazionale, la giunta comunale aveva varato un elenco di beni culturali conservati a Palazzetto Baviera sui quali, proprio grazie all’art bonus, privati, enti o società, finanziando interventi di manutenzione, protezione e restauro avrebbero potuto usufruire di un credito d’imposta pari al 65% dell’erogazione liberale, detraibile in tre annualità.
«Sono davvero contento di poter ringraziare pubblicamente Box Marche e il suo presidente Tonino Dominici – ha affermato il sindaco Maurizio Mangialardi – insieme al soprintendente Carlo Birrozzi e della segretaria del ministero del Beni e delle Attività culturali Giorgia Muratori. Un bellissimo gesto d’amore per Senigallia, e più in generale per l’arte. Un mecenatismo, quello di Box Marche, che si era già espresso in occasione del restauro del dipinto di Pietro Perugino conservato nella chiesa di Santa Maria delle Grazie e che testimonia la lungimiranza e la grande sensibilità di questa impresa per la tutela del patrimonio artistico cittadino. Con questo nuovo generoso contributo, d’accordo con la Soprintendenza all’Archeologia, Belle arti e Paesaggio delle Marche, procederemo al recupero di due dei più pregiati beni culturali del Palazzetto Baviera, destinato a diventare prossimamente una delle principali attrazioni di Senigallia. È importante rilevare che Box Marche ha dato un esempio che altri stanno ora seguendo e che ci permetterà di realizzare altri interventi nelle cinque sale interne, dove troveranno posto anche gli arredi donati insieme all’edificio al Comune di Senigallia dalla marchesa Barbara Marazzani Baviera Bendetti, ultima proprietaria del Palazzetto».
L’intervento di restauro sarà eseguito dalla ditta Alchemy di Fermo, specializzata in materiali lapidei ceramiche, gessi, stucchi, terracotta e dipinti murali. La ditta, i cui operatori si sono formati all’Opificio delle Pietre dure di Firenze, opera in Toscana ed è già intervenuta nel duomo di Massa Marittima, al Museo del Bargello a Firenze e al corridoio vasariano degli Uffizi. Nelle Marche è intervenuta a Fermo nel restauro di Palazzo Falconi e nei portali di San Zenone e San Pietro, e a Recanati nel portale duecentesco della chiesa di Santa Maria di Castelnuovo.
«Un ringraziamento – ha aggiunto il sindaco – va anche al governo, di cui troppo spesso si dimenticano i meriti, che con questo innovativo e intelligente meccanismo ha offerto ai privati e alle imprese del nostro Paese l’opportunità di intervenire a sostegno delle istituzioni nella salvaguardia e nella valorizzazione di quello straordinario patrimonio artistico che rende l’Italia un qualcosa di unico al mondo e rappresenta senza ombra di dubbio il futuro su cui dobbiamo investire».
«L’art bonus – ha spiegato la segretaria del ministero del Beni e delle Attività culturali, Giorgia Muratori – è uno strumento strategico che, al di là dei benefici fiscali, consente a tutti i cittadini di sentirsi partecipi nel recupero e nella valorizzazione del patrimonio culturale».
«L’apporto dei privati è importante – ha sottolineato il soprintendente all’Archeologia, Belle arti e Paesaggio delle Marche, Carlo Birrozzi – e l’art bonus lo favorisce consentendo alle persone di pensare in termini collettivi. Ciò è dimostrato anche da alcuni interventi realizzati qui a Senigallia, città che ho trovato bellissima e tenuta molto bene».
«Sono convinto – ha detto Tonino Dominici – che le aziende abbiano una grande responsabilità non solo sotto l’aspetto economico, ma anche nella promozione della crescita sociale e culturale della comunità in cui operano e nella difesa del bene della bellezza. La nostra decisione, coerente con i nostri princìpi, è scaturita dalla volontà di aiutare il nostro territorio, un territorio che ogni giorno ci dà risorse e competenze, consentendoci di produrre valore».
«È un giorno particolarmente felice per la nostra città – ha concluso l’assessore alla Cultura, Simonetta Bucari – perché diamo voce a un sistema virtuoso tra culture: quella classicamente intesa della valorizzazione del patrimonio storico artistico e quella imprenditoriale che si fa carico anche di sostenere, promuovere, valorizzare e tutelare la bellezza dei nostri luoghi e dei nostri monumenti».