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Sexting, rapporti senza protezione, orge e pornografia: le nuove tendenze sessuali dei teenagers

La rete è sempre più coinvolta nelle relazioni degli adolescenti, che armati di smartphone e tablet, usano il web per sperimentare ed esprimere la propria sessualità. Rapporti davanti alla webcam, foto e video sessualmente esplicite: oggi sono molti gli adolescenti che si eccitano così, mettendo al bando ogni imbarazzo e pudore

ANCONA – Un selfie a sfondo sessuale, un rapporto ripreso con il telefonino. Il voyeurismo è entrato prepotentemente nella sessualità adolescenziale. La rete è sempre più coinvolta nelle relazioni degli adolescenti, che armati di smartphone e tablet, usano il web per sperimentare ed esprimere la propria sessualità. Rapporti davanti alla webcam, una ragazza che si spoglia nuda in chat, o un ragazzo che si masturba e invia il video alla sua fidanzatina: oggi sono molti gli adolescenti che si eccitano così, mettendo al bando ogni imbarazzo e pudore.

Le ricerche lo confermano: 1 adolescente su 10, tra i 14 e i 19 anni, pratica il sexting, ovvero invia immagini o video a sfondo sessuale al fidanzatino, agli amici, o alle chat di gruppo. E’ quanto emerge dall’indagine condotta dall’Osservatorio Nazionale Adolescenza in collaborazione con Skuola.net.

Marianna Agostinelli, psicologa e sessuologa

«Le ragazzine si scattano i selfie in reggiseno e poi le mandano ai loro fidanzatini, compiaciute di vedersi sul web e i maschietti ricambiano con la foto del loro pene – spiega la sessuologa Marianna Agostinelli – un tratto voyeuristico che accomuna ragazzi e ragazze. Oggi gli adolescenti entrano sempre più precocemente in possesso dello smartphone, molti di loro ne hanno uno già all’età di 9 o 10 anni, e iniziano a chattare molto presto, in genere la prima esperienza digital è quella che avviene nella chat della scuola. Le coppiette si filmano mentre hanno rapporti orali o rapporti completi, non pensando che poi nel momento in cui si lasciano c’è il rischio che video e immagini possano essere condivise al di fuori della coppia. Un aspetto sul quale occorre fare educazione».

«Il sesso per loro è un gioco – prosegue la sessuologa – e in virtù di questo amano sperimentare, cimentandosi anche in rapporti multipli». Non solo rapporti a tre, «alcuni adolescenti si spingono perfino alle orge – spiega la dottoressa Agostinelli – magari sono due coppie di amici fidanzati che decidono di “giocare” un po’ tra di loro, oppure compagni di classe, solitamente sono due ragazzi e due ragazze. I rapporti in genere vengono consumati nelle case dei genitori dove i ragazzini si raggruppano per trascorrere una serata con il benestare dei genitori, che magari si sentono più tranquilli perché preferiscono sapere i figli a casa piuttosto che fuori. Le esperienze orali sono molto importanti, è tra i 12 e i 16 anni che le sperimentano con più forza: la prima sigaretta, la prima bevuta, il primo bacio, i primi rapporti orali».

Accanto a tutto questo, c’è un fenomeno ancora più inquietante: «ci sono ragazzine che girano le foto della propria vagina ai compagni di classe o agli amici per farsi pagare le ricariche dello smartphone», spiega la Agostinelli.

Una situazione che evidenzia la necessità di maggiore educazione sessuale e affettiva, come sottolinea la sessuologa: «oggi i ragazzini possono accedere alla pornografia con estrema facilità, ma in realtà non sanno nulla del sesso, non sono informati. Per il loro il rapporto sessuale è quello che vedono in un filmato porno, mentre la realtà relazionale è tutt’altra cosa». Un altro aspetto importante è che spesso gli adolescenti non usano precauzioni, hanno rapporti non protetti, sia ché spesso sesso e alcool vanno di pari passo, sia perché il preservativo è considerato costoso.

Un comportamento, quello dei ragazzi, che può comportare diversi rischi: pedopornografia, prostituzione minorile, bullismo, cyberbullismo.

Luca Russo, analista forense e CTU Procura della Repubblica

«Nell’esperienza acquisita in 15 anni di professione, legata ad analisi di dispositivi connessi a reati – afferma Luca Russo, analista forense e CTU presso una ventina di procure italiane – posso sostenere che c’è stata una mutazione repentina dei mezzi tecnologici impiegati nell’espletamento dei reati e, in un’era legata esclusivamente ai social (Facebook, Instagramm, Snapchat, Telegram, Whattsapp, Imo, WeChat, ecc) i reati connessi al bullismo, cyberbullismo e ad altre tipologie, sono sempre più diffusi e all’ordine del giorno soprattutto nei minori. La facilità con cui i ragazzi si liberano da ogni freno inibitorio è da attribuire alla semplicità con cui possono relazionarsi tramite le chat senza doversi esporre di persona e quindi, non dovendo più mostrare le proprie sensazioni dal vivo. Sentimenti, giudizi e parti corporee possono essere esposte molto facilmente inviando un messaggio, un audio vocale, una foto o un video. Il mondo social vive sostanzialmente di apparenza, di follower (seguaci) e di like (giudizi da parte di chi osserva). Quanti più “like” riceve il ragazzo, tanto più il livello di notorietà si innalza, facendo sembrare così importante il ruolo “social” da spingere a fotografarsi nudi o in atteggiamenti provocanti o addirittura simulanti veri e propri rapporti sessuali, comportando una vera e propria diffusione e detenzione di materiale pedopornografico, quando sono coinvolti i minori. A questo punto, il rischio di cadere nella rete di pedofili è altissimo, in quanto molti dei profili usati dai pedofili sono creati con false identità raffiguranti coetanei che approcciano altri ragazzi e ragazze attraverso complimenti e scambio di “cortesie” intese come ricariche telefoniche, ricariche su postepay, dando inizio anche a volte a quello che può divenire prostituzione minorile.

Statisticamente la richiesta tra giovani di ricevere foto succinte o di natura pornografica, deriva per lo più dai maschi, mentre sono soprattutto le ragazze ad inviare questo tipo di foto e video – continua – Ho trattato casi dove si è consumata anche violenza sessuale e abusi proprio dietro contatti con soggetti che si fingevano ragazzi coetanei delle vittime e che, una volta adescate, diventavano vittime. Da qui ribadisco, ogni volta che incontro genitori a conferenze su cyberbullismo e social, quale sia la reale necessità di regalare ai propri figli uno smartphone in età in cui non ci si rende conto dei rischi e soprattutto , chiedo quale sia l’effettivo bisogno di metterli subito in condizione di avere a portata di click sesso, video, foto, social, amici virtuali. Quando vi è la necessità di doversi tenere in contatto (genitori/figli/ compagni) è consigliabile attendere un’età più adulta e consapevole per fornire ai figli tutti gli strumenti tecnologici. Un semplice telefono privo di connessioni Internet sarebbe più che sufficiente».