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Sette arresti e 21 indagati, la strage di Corinaldo un anno dopo

Ecco l'inchiesta sui morti della Lanterna Azzurra, tappa per tappa fino all'ultima svolta, quella della richiesta di giudizio immediato per la banda dello spray al peperoncino. Per i sei la Procura ha chiesto subito il processo

ANCONA – È passato un anno dalla notte maledetta di Corinaldo, quella dove tra il 7 e l’8 dicembre 2018 persero la vita Asia Nasoni, 14 anni, di Marotta, Daniele Pongetti, 16 anni, di Senigallia, Benedetta Vitali, 15 anni, di Fano, Mattia Orlandi, 15 anni, di Frontone, Emma Fabini, 14 anni, di Senigallia ed Eleonora Girolimini, 39 anni, anche lei di Senigallia.

Nel corso delle indagini che la Procura ha delegato ai carabinieri del Nucleo Investigativo di Ancona si è arrivati a due richieste di archiviazione, un patteggiamento e sei richieste di giudizio immediato.

Due i fascicoli aperti. Il primo, subito dopo i fatti, ha visto iscritti nel registro degli indagati 17 adulti: i tre soci gestori della discoteca (della Magic Srl), quattro proprietari della discoteca (quelli dell’immobile in via Madonna del Piano), un dj, un addetto alla sicurezza, quattro componenti la commissione comunale di vigilanza, due ingegneri e un minorenne di Senigallia di 17 anni accusato di aver spruzzato lo spray quella sera.

La Lanterna Azzurra

Il secondo fascicolo è quello sulla banda dello spray, con 7 indagati finiti in carcere (erano in 8 ma uno è deceduto in un incidente prima delle misure cautelari) dove rientra un ricettatore di 65 anni, tutti del modenese, e c’è un secondo ricettatore indagato a piede libero. È di dieci giorni fa la richiesta, da parte della procura dei Minori, di due archiviazioni. Una per il 17enne senigalliese emerso per primo e accusato di aver spruzzato lo spray al peperoncino e l’altra per un minorenne che non ha mai saputo di essere indagato. La sua posizione è emersa solo con la richiesta di archiviazione ancora al vaglio del gip.

La Lanterna Azzurra

Lunedì ha patteggiato a 4 anni e 2 mesi uno dei due ricettatori della banda dello spray, il 65enne Andrea Balugani, modenese, titolare del compro oro a Castelfranco Emilia. Lui è il primo che esce definitivamente dall’inchiesta. Ad ottobre la Procura ordinaria aveva chiesto una seconda proroga per il primo fascicolo. Per quello relativo alla banda adesso si attende che il gip Carlo Cimini firmi il decreto di citazione a giudizio a meno che non rigetti la richiesta della Procura sul giudizio immediato che per i sei dello spray ha chiesto subito di andare a processo. Dopo la firma e la notifica alle parti le difese avranno 15 giorni di tempo per chiedere giudizi alternativi al rito ordinario per beneficiare di uno sconto di pena in caso di condanna.

I feriti della notte di Corinaldo sono stati 197. A coordinare le indagini dei carabinieri del Nucleo Investigativo, il procuratore capo Monica Garulli con i pm Paolo Gubinelli e Valentina Bavai. Per la Magic sono indagati per concorso in omicidio colposo plurimo Quinto Cecchini, Carlantonio Capone e Francesco Bartozzi. Stessa ipotesi di reato per Alberto Micci, Mara Paialunga, Marco Micci e Letizia Micci, proprietari dell’immobile, e per il dj Marco Cecchini e Gianni Ermellini, organizzatore della serata il primo e addetto alla sicurezza di quella sera il secondo. Questi sono tutti a piede libero.

La Lanterna Azzurra

Al 17enne senigalliese erano contestati l’omicidio preterintenzionale e le lesioni colpose e dolose. Stessi reati anche alla banda dello spray: Ugo Di Puorto, Andrea Cavallari, Moez Akari, Raffaele Mormone, Souhaib Haddada e Badr Amouiyah. Per i sei (tutt’ora in carcere) la Procura contesta anche l’associazione a delinquere finalizzata al furto e rapine di collanine. Un secondo ricettatore, 22enne, di Sassuolo, è indagato a piede libero solo per la ricettazione.

Tra i sei della Commissione Unificata di Vigilanza sui locali di pubblico spettacolo dei comuni associati di Corinaldo e Castellone di Suasa in seno all’unione Misa-Nevola ci sono indagati il sindaco di Corinaldo Matteo Principi, Rodolfo Milani, 57 anni, del comando provinciale dei vigili del fuoco, Francesco Gallo, 45 anni, dell’Area Vasta 2 di Senigallia, Massimiliano Bruni, 39 anni, esperto in elettronica, Stefano Martelli, 55 anni, responsabile della servizio polizia locale unione e il geometra Massimo Manna, 46 anni, responsabile Suap. Il 12 ottobre 2017 avrebbero rilasciato la licenza di pubblico spettacolo senza che ci fossero i requisiti.

Indagati anche due ingeneri che hanno lavorato per la società che gestiva il locale: Francesco Tarsi, 63 anni, consulente esterno della Magic che aveva partecipato all’adunanza della commissione e Maurizio Magnani, 75 anni, ingegnere che ha lavorato per la famiglia proprietaria della discoteca. Le ipotesi di reato sono cooperazione in omicidio colposo e lesioni anche gravi a carico di 197 persone (tutte quelle rimaste ferite in discoteca). La procura ha formulato anche un nuovo reato quello di disastro colposo aggravato per tutti. Per i membri della commissione e il sindaco c’è anche l’ipotesi di falso ideologico in atto pubblico.