Settore dei mobili, le Marche sono la terza regione italiana per infortuni e malattie professionali. È questo, in estrema sintesi, il quinto rapporto sulla fabbricazione dei mobili divulgato dall’Inail, l’Istituto Nazionale Infortuni sul Lavoro. L’ente ha diramato i dati delle denunce degli infortuni e delle malattie professionali relative al quinquennio 2018-2022. Nel 2022, il numero di infortuni denunciati nel settore del mobilificio ha registrato un incremento del 2,3% sul 2021, raggiungendo 3.450 casi.
Sempre nel 2022, le regioni con la maggiore incidenza di infortuni sono state la Lombardia (88,3% degli infortuni nel Nord-Ovest), il Veneto (56,5% degli infortuni nel Nord-Est) e le Marche (54,4% degli infortuni nel Centro). In aumento del 18% le denunce di malattie professionali.
Dal commento dell’Inail emerge come il report fotografi «una situazione complessa del comparto, che ha una grande valenza nella nostra regione. Si evidenzia la necessità di idonei investimenti in materia di sicurezza sul lavoro. La tutela dei lavoratori resta dunque prioritaria», fanno sapere dal Comitato Nazionale Uil Cocopro Inail.
Secondo la presidente di Confindustria Pesaro, Alessandra Baronciani, «l’impegno delle aziende industriali della nostra provincia nel prevenire gli infortuni sul lavoro è incessante e questo vale anche per quelle che operano nel settore del mobile-arredo, visto che quello di Pesaro Urbino è per numero complessivo di aziende e di occupati il quarto in Italia».
«I dati Inail del 2022 – prosegue Baronciani – vanno anche inquadrati nel brusco calo dell’attività conseguenza della pandemia e nei mesi in cui, le aziende, hanno dovuto rispettare il periodo di chiusura. Da sei anni, Inail e FederlegnoArredo hanno sottoscritto un protocollo d’intesa che rafforza la collaborazione tra i due enti per la prevenzione antinfortunistica nelle oltre duemila aziende aderenti alla Federazione delle imprese del settore mobile e arredamento».
«Tutto ciò non toglie che i numeri, qualunque essi siano e più che le percentuali, ci spingono a tenere altissima la guardia, alla ricerca di soluzioni che possano rendere sicura ogni giornata passata nelle nostre fabbriche, nella convinzione che la strada che porti a ˊzero infortuniˊ passi attraverso la prevenzione e non certo dalle sanzioni, che rappresentano la risposta di pancia a un problema che, invece, va affrontato migliorando sempre più la formazione dei lavoratori e, perché no, degli imprenditori».
E ancora: «Come Confindustria Pesaro Urbino – fa la presidente – possiamo far conto su un rapporto positivo con le rappresentanze sindacali: le azioni da mettere in campo richiedono un confronto continuo per favorire un cambiamento nell’avvicinamento al lavoro, e quindi sollecitando anche i giovani, che è soprattutto culturale».
«Confindustria Pesaro Urbino, preso atto che i dati delle malattie professionali sono più alte rispetto alla media nazionale, ha inoltre attivato, in via sperimentale, un servizio di Medicina del lavoro innovativo che, selezionando medici competenti qualificati e digitalizzando i processi di diagnosi e relativa prevenzione, si pone l’obiettivo di ridurre le malattie professionali».