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Si alza il sipario per la nuova stagione di prosa del teatro Gentile a Fabriano

Sul palcoscenico, Mine Vaganti, prima regia teatrale di Ferzan Ozpetek. Tra gli attori, Francesco Pannofino, Iaia Forte, Edoardo Purgatori, Carmine Recano e Simona Marchini

Il teatro Gentile a Fabriano|
Il Teatro Gentile a Fabriano|L'orchestra filarmonica marchigiana

FABRIANO – Si alza il sipario sulla nuova stagione di prosa al Teatro Gentile di Fabriano nata dalla collaborazione tra il Comune di Fabriano e l’Amat e realizzata con il contributo della Regione Marche e del MiC. Sul palcoscenico, questa sera a partire dalle 21, Mine Vaganti, prima regia teatrale di Ferzan Ozpetek che mette in scena, con rinnovato successo e l’interpretazione di Francesco Pannofino, Iaia Forte, Edoardo Purgatori, Carmine Recano e Simona Marchini, l’adattamento di uno dei suoi capolavori cinematografici, pluripremiato con 2 David di Donatello, 5 Nastri D’Argento, 4 Globi D’Oro, Premio Speciale della Giuria al Tribeca Film Festival di New York e Ciak D’Oro come Miglior Film. Completa il cast dello spettacolo gli attori Roberta Astuti, Sarah Falanga, Mimma Lovoi, Francesco Maggi, Luca Pantini, Jacopo Sorbini. La produzione è di Nuovo Teatro con Fondazione Teatro della Toscana.

Le anticipazioni

Rispetto al fortunato film, ci sono dei cambiamenti necessari per la trasposizione in teatro. È ambientata in una cittadina tipo Gragnano o lì vicino. In un posto dove un coming out ancora susciterebbe scandalo. Rimane la famiglia Cantone, proprietaria di un grosso pastificio, con le sue radicate tradizioni culturali alto borghesi e un padre desideroso di lasciare in eredità la direzione dell’azienda ai due figli. Tutto precipita quando uno dei due si dichiara omosessuale, battendo sul tempo il minore tornato da Roma proprio per aprirsi ai suoi cari e vivere nella verità. Racconto storie di persone, di scelte sessuali, di fatica ad adeguarsi ad un cambiamento sociale ormai irreversibile. I tre amici gay sono diventati due. «A teatro non ci si dovrebbe mai annoiare. Sono partito da questo per evitare che lo spettacolo fosse lento. Ho optato per un ritmo continuo, che non si ferma, anche durante il cambio delle scene. Qui c’è il merito di Luigi Ferrigno che si è inventato un gioco di movimenti con i tendaggi; anche le luci di Pasquale Mari fanno la loro parte, lo stesso per i costumi di Alessandro Lai, colorati e sgargianti. Ho realizzato una commedia che mi farebbe piacere andare a vedere a teatro, dove lo spettatore è parte integrante della messa in scena e interagisce con gli attori, che spesso recitano in platea come se fossero nella piazza del paese e verso cui guardano quando parlano. La piazza/pubblico è il cuore pulsante che scandisce i battiti della pièce», anticipa il regista.