FABRIANO – Circa un milione di euro per riparare i danni causati dal terremoto alla chiese della diocesi Fabriano-Matelica. A riferirlo è il vescovo, mons. Stefano Russo.
Dall’inizio dello sciame sismico partito lo scorso 24 agosto e ancora in corso, come testimoniano le ulteriori scosse di pochi giorni fa, i danni al patrimonio della chiesa locale sono ingenti. Al momento, infatti, sono 40 le chiese chiuse nella Diocesi di Fabriano-Matelica. Fra queste la cattedrale di San Venazio a Fabriano. In questi giorni sono iniziati i sopralluoghi per capire costi e tempi.
«Fino a qualche giorno fa, pur non avendo un idea precisa dei tempi per effettuare dei lavori di messa in sicurezza/ripristino, stavamo operando per cercare di iniziare prima possibile l’intervento su alcuni edifici di culto. Purtroppo, a motivo degli ultimi eventi tellurici, è difficile in questo momento ipotizzare dei tempi precisi per i primi interventi».
Erano state già contattate due professioni, una di Milano e l’altra di Napoli, per effettuare alcuni sopralluoghi. «Ma non è possibile effettuarli con il terremoto in atto, anche perché il susseguirsi delle scosse li renderebbe poco attendibili». E i fedeli resteranno senza le storiche chiese del centro storico di Fabriano e quelle di Sassoferrato, Cerreto d’Esi, Genga e Matelica, per molto tempo.
«Per quanto riguarda le nostre chiese, dobbiamo dire che nella grande maggioranza dei casi, i danni che denunciano, appaiono non particolarmente rilevanti. Per lo più riteniamo che non ci siano danni dal punto di vista strutturale. Se da un lato questo aspetto possiamo considerarlo positivo – ha spiegato il Vescovo – dall’altro ci richiede di capire bene dove è necessario intervenire con una messa in sicurezza temporanea, in attesa di un successivo lavoro di ristrutturazione e dove invece intervenire con un lavoro di immediato e definitivo ripristino. Naturalmente un altro aspetto importante è quello delle risorse economiche disponibili. Visto il numero significativo degli edifici di culto chiusi è necessario avere delle garanzie sull’effettivo supporto economico necessario a sostenere tali lavori». Da una prima analisi si parla di almeno un milione di euro di spesa per gli interventi. Dalla Cei dovrebbe arrivare circa 150 mila euro.