ANCONA – Smog oltre i limiti già nei primi 29 giorni di gennaio nelle Marche. Le centraline di monitoraggio hanno registrato 5 sforamenti ad Ancona Cittadella, 1 a Chiaravalle/2, 3 a Fabriano, 7 a Falconara Alta, 5 a Falconara Scuola, 6 a Fano, 2 a Jesi, 8 a Pesaro e Urbino – 1 in via Neruda. I dati emergono da Mal’Aria, il dossier annuale di Legambiente sull’inquinamento atmosferico nelle città italiane. Il 2016 ha visto gli sforamenti di Falconara (23 per Falconara Alta e 27 per Falconara Scuola), Fano–via Monte Grappa (33), Jesi (25), Pesaro– via Scarpellini (35) e San Benedetto (25) al limite dei valori consentiti dalla legge, che permette di poter superare il valore giornaliero di 50 µg/m3 per un massimo di 35 giorni all’anno.
«Per contrastare in maniera efficace l’inquinamento atmosferico è indispensabile un’accelerazione nelle politiche della mobilità sostenibile, potenziando il trasporto sul ferro, l’uso dei mezzi pubblici e la mobilità nuova, e rendere così le auto l’ultima soluzione possibile per gli spostamenti dei cittadini – dice Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche –. Dobbiamo uscire dalla logica dell’emergenza che contraddistingue ancora troppo i contenuti previsti nelle misure antismog e garantire un diverso modo di pianificare gli spazi nelle aree urbane, investimenti nella riqualificazione e nell’innovazione, nell’edilizia e nel riscaldamento, sistemi di mobilità innovativi e investimenti sul verde urbano. È fondamentale un cambio di rotta nella politica regionale che investa di più nel trasporto pubblico nell’integrazione dei servizi ferro-gomma e nelle amministrazioni comunali per rispondere alle esigenze dei cittadini».
Tra le proposte che Legambiente rilancia a Governo, Regioni e amministrazioni locali, per liberare le città dallo smog e renderle più vivibili ci sono: ridisegnare strade, piazze e spazi pubblici; aumentare il verde; mobilità verso “emissioni zero”; priorità alla mobilità pubblica; fuori i diesel e i veicoli più inquinanti; road pricing e ticket pricing; riqualificazione degli edifici pubblici e privati; riscaldarsi senza inquinare; rafforzare controlli su emissioni auto, caldaie, edifici; intervenire su industrie e aree portuali. L’inquinamento da Pm10 ha rilevanti impatti sulla salute: ogni anno circa 467.000 morti premature nei paesi dell’Unione Europea.