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Sparatoria Macerata, corteo contro la violenza e il razzismo: pullman anche da Senigallia

La condanna per la sparatoria di Macerata arriva dai centri sociali delle Marche che hanno organizzato una grande manifestazione per sabato 10 febbraio

Manifestazione spontanea dopo la sparatoria razzista a Macerata
Manifestazione spontanea dopo la sparatoria razzista a Macerata

SENIGALLIA – Anche dalla spiaggia di velluto partiranno diversi manifestanti per dare vita e corpo all’iniziativa del corteo pacifico che si svolgerà sabato 10 febbraio a Macerata. Sono infatti in programma diverse manifestazioni dopo quella spontanea che si è formata domenica 4 per condannare la sparatoria di Macerata, l’atto compiuto dal candidato alle comunali di Corridonia con la Lega Nord, Luca Traini, che ha sparato e ferito sei persone.

«La manifestazione di sabato sarà un grande corteo di massa – spiega Nicola Mancini attivista senigalliese componente dei Centri Sociali delle Marche – pacifico ma deciso a ribadire la ferma condanna per un atto di terrorismo nero di cui è stato fermato il responsabile che indossava il tricolore per mantello, mentre faceva il saluto romano».

Un pullman partirà da Fano e Senigallia (ore 13.30 dal casello autostradale) per poter essere a Macerata dove gli attivisti si riuniranno a tante persone in arrivo da ogni parte d’Italia per dare vita alle ore 14:30 a un corteo. Una manifestazione per ribadire il suo “no” forte e chiaro a ogni forma di violento razzismo come viene definita la sparatoria messa in atto dal leghista ed estremista di destra Luca Traini dai Centri Sociali delle Marche.

Si legge in una nota stampa che la sparatoria «non è un episodio isolato: da anni militanti di estrema destra nel nostro paese sparano e sono responsabili di gravissimi episodi di violenza contro migranti e non solo. Quello di oggi è solo l’ultimo, e sicuramente anche il più grave, di una serie di fatti che hanno un’unica origine, che si colloca sulla scia di una serie di atteggiamenti solo apparentemente “innocui”, anche quotidiani, a cui ciascuno di noi è costretto ad assistere, a Macerata come altrove».

«Stupirsi di quanto accaduto fa parte dello stesso meccanismo di sdoganamento delle ideologie razziste che è in atto nei mezzi di informazione e nel dibattito politico. Se infatti la matrice è chiara anche le ragioni che portano a questi fatti lo sono: nel nostro paese è in atto un meccanismo che alimenta odio razziale a tutti i livelli, la politica ha enormi responsabilità, negarlo, ancora una volta, significa essere complici. E le responsabilità non sono da attribuire solamente a partiti come la Lega, Casa Pound o Forza Nuova che minimizzano o addirittura “rivendicano” e dimostrano solidarietà all’aggressore, ma anche a chi in questi anni ha legittimato queste organizzazioni in nome di una falsa democrazia, dando adito a chi strumentalizza una povera ragazza massacrata per giustificare un fascista che tenta una strage.

«Parte dello stesso meccanismo è quello che in queste ore ha portato al completo disinteresse e rispetto alle vittime. Chi lotta tra la vita e la morte, a loro va il nostro primo pensiero, è stato completamente dimenticato e sembra caduto nel dimenticatoio mediatico e del semplicistico dibattito da social. Ancora una volta le vere vittime sono escluse, private della parola e del racconto. Anche questo, forse soprattutto questo, è sintomo del razzismo dilagante».