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Stato di agitazione presso la rsa di Recanati, i sindacati: «Nessuna attivazione degli ammortizzatori»

La vicenda è stata sollevata dalla Cgil di Macerata nella struttura che durante la prima ondata del Covid è purtroppo uscita con un triste bilancio in termini di decessi

Immagine di repertorio

RECANATI – La Fp Cgil e la Cisl Fp, rappresentate rispettivamente dal segretario provinciale di Macerata John Palmieri e dal segretario regionale Laura Raccosta, hanno inviato una lettera al prefetto di Macerata, al presidente della Cooperativa che gestisce la struttura per anziani della città leopardiana e al direttore dell’Area Vasta 3 proclamando a partire da mercoledì 2 dicembre lo stato di agitazione nella rsa di Recanati.

«Da mesi abbiamo tentato di risolvere gravi questioni concernenti la riduzione dell’orario di lavoro e dello stipendio del personale in servizio nella rsa di Recanati – spiegano Palmieri e Raccosta – e il 5 novembre abbiamo diffidato la parte datoriale nel perseverare in azioni unilaterali contravvenendo al contratto collettivo nazionale di lavoro vigente e non retribuendo per interno l’orario previsto dal contratto».

Non solo perché i sindacati spiegano anche che «sono rimasti inadempiuti il riconoscimento e il pagamento degli scatti di anzianità maturati dai dipendenti e l’amministrazione della residenza per anziani di Recanati non ha mai attivato gli ammortizzatori sociali come sostegno al gravoso impegno profuso dai dipendenti nel periodo dell’emergenza Covid». Per queste ragioni è stato quindi dichiarato lo stato di agitazione.

La rsa di Recanati, durante la prima ondata della pandemia, ha dovuto fare fronte a un focolaio di Covid-19 per il quale degli iniziali 40 pazienti a oggi ne sono rimasti 25. «L’Asur eroga i contributi alla cooperativa in base ai pazienti presenti e la situazione è la stessa da ormai tre mesi senza l’attivazione degli ammortizzatori sociali – ha sottolineato Palmieri -. Lo stesso è avvenuto con gli scatti di anzianità per i quali l’azienda è stata inadempiente».

«Abbiamo lavoratori che percepiscono uno stipendio di 400 euro al mese e questo è inammissibile – ha concluso Palmieri –; il fatto che non ci siano ospiti all’interno della rsa non può essere un alibi per la non attivazione degli ammortizzatori sociali».