JESI – Tutto nasce dalla leggenda dei bikini bruciati in piazza.
«Ragazze, non cercate di attirare l’attenzione ridendo o parlando ad alta voce in un luogo pubblico. Non esagerate con gli abiti. I ragazzi sono molto spesso in imbarazzo se le ragazze indossano minigonne, usano troppo make-up o un vestito corto». Anno 1968, questo è quanto scriveva il Times of Malta. Sono anni turbolenti anche lì, dove sta nascendo un movimento femminista per la libertà e i diritti delle donne. Una italiana, Paola Vietri, si trova a Malta e insieme ad altre attiviste da vita al movimento Nin-Naha Tan-Nisa, uno dei più influenti.
Il film-documentario “Burning bikini: bikini, society, women“, prende ispirazione da una leggenda metropolitana maltese che racconta come nel 1960 sono stati comprati in massa migliaia di bikini per essere poi bruciati in una piazza pubblica. Nello stesso periodo molte donne sono state arrestate e portate in tribunale proprio a causa del bikini.
Nel team che ha prodotto e curato il documentario ci sono un regista, Alessandro Tesei, e un’agenzia, la Subwaylab, di Jesi. Il film di Alessandro Tesei & Emmanuel Tut-Rah Farah è stato prodotto dalla fondazione Aditus in co-produzione con Suwaylab.
Il film “immortala” le memorie collettive dei movimenti delle donne a Malta dal 1960 fino ai giorni nostri. L’assenza quasi totale di registri pubblici, accademici e giornalistici che attestano i movimenti femminili maltesi ha portato i ricercatori dell’Auditus ad intervistare le donne attive in quei giorni e a tracciare un’epoca nascosta fatta di incidenti, eventi e luoghi che erano così importanti per le loro lotte.
In occasione della Giornata internazionale della donna (IWD) 2017, fondazione aditus e l’Ufficio del Parlamento europeo a Malta hanno organizzato la proiezione del documentario, venerdì 3 marzo 2017. Seguirà una tavola rotonda, con la partecipazione di deputati, studiosi e attivisti, discutendo la storia del femminismo a Malta dal 1960, e la strada ancora da percorrere.