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Strada di bordo a Osimo, il Comune pronto ad adire le vie legali per chiedere il risarcimento

Ha convocato la stampa in Comune stamattina, 20 febbraio, il sindaco Simone Pugnaloni per parlare della vicenda della Cosmo, la ditta in concordato liquidatorio dal 2014 che avrebbe dovuto realizzare l'opera

Il vicesindaco Mauro Pellegrini accanto al sindaco Simone Pugnaloni oggi in conferenza stampa
Il vicesindaco Mauro Pellegrini accanto al sindaco Simone Pugnaloni oggi in conferenza stampa

OSIMO – Ha convocato la stampa in Comune stamattina, 20 febbraio, il sindaco di Osimo Simone Pugnaloni sul caso Cosmo, la ditta in concordato liquidatorio dal 2014 che avrebbe dovuto realizzare la strada di bordo, dopo la dichiarazione del consigliere delle Liste civiche Dino Latini.

Il consigliere di opposizione ha detto: «L’attuale amministrazione invece di insinuarsi nel passivo del fallimento Cosmo spa ha fatto causa al Tar chiedendo un risarcimento di un milione e mezzo per lo stralcio della strada non realizzato. La curatela si è costituita in giudizio prendendo atto dei documenti depositati dall’amministrazione comunale e ha chiesto un risarcimento al Comune di quattro milioni. Rinunciare all’azione giudiziaria è il minimo. Quanto alla denuncia del 2015 per la fidejussione sbandierata da Pugnaloni non è mai stata presentata. Invece depositeremo noi questa volta querela per diffamazione e calunnia».

Il sindaco mostra la denuncia
Il sindaco mostra la denuncia

Il sindaco ha detto: «Innanzitutto la denuncia è stata fatta nel 2015 e mi presenterò presto in tribunale per sapere se è stata archiviata o meno. Nel frattempo abbiamo messo mano al bilancio per terminare la strada. Stamattina ho fatto un sopralluogo: al massimo entro 20 giorni sarà pronto il tratto da via Montefanese alla Lega del filo d’oro con dieci punti luce ed entro marzo sarà disegnata la rotatoria, asfaltata per i comizi elettorali, e allargata la sede stradale dalla Lega a via Jesina».

Accanto al lui il vice, l’avvocato Mauro Pellegrini, che ha aggiunto: «Affinché il Comune possa inserirsi nel passivo fallimentare deve fare ricorso, è propedeutico. Lo depositeremo a giorni. In quanto alla calunnia non esistono i presupposti». La curatela ha stabilito di chiedere due milioni, contestando che il Comune avrebbe inoltrato tardivamente alla Provincia la richiesta di rilascio della concessione idraulica nel maggio 2014, e altri due perché la convenzione per il cambio di tracciato, necessario dopo che il Filo d’oro ha comunicato la volontà di costruire la nuova sede nel 2011, è stata firmata un anno dopo i cinque previsti (dal 2006, quando fu firmata la convenzione urbanistica tra Comune e ditta, al 2011) facendole subire un danno derivato dal pagamento delle spese di progettazione. Il Comune si difenderà perché ritiene infondata la richiesta. Sarà fatta intanto una valutazione in merito all’accantonamento eventuale di denaro nel bilancio di previsione.