JESI – Nasce Studio Marche. È stato presentato oggi il nuovo studio televisivo che dovrà fare da supporto alla promozione della produzione agroalimentare e anche delle altre eccellenze delle Marche. Lo strumento è stato pensato dall’Istituto Marchigiano di Enogastronomia con sede a Jesi e dall’Enoteca regionale di Offida, su volontà della Regione Marche e con l’obiettivo di mantenere vivo – in tempi di covid – il rapporto tra aziende, clienti, consumatori e stakeoholders in Italia e all’estero.
La presentazione è avvenuta nella sede IME, con la partecipazione del presidente Antonio Centocanti, del direttore Alberto Mazzoni, del sindaco di Jesi Massimo Bacci e del governatore delle Marche Francesco Acquaroli.
«In tempi di covid le normative per i bandi regionali di promozione del vino e degli altri prodotti alimentari dovevano essere modificati – ha ricordato Mazzoni – e così si è ideata una struttura che continuasse l’attività a sostegno delle aziende di eccellenza della nostra realtà. Non potendo andare in Germania o negli USA per valorizzare le ricchezze della nostra terra, svilupperemo le iniziative in forma diversa, anche con degustazioni digitali che verranno realizzate spedendo prima vini e cibi di qualità nei luoghi con cui poi ci collegheremo via web e tv».
Mazzoni, così come gli altri intervenuti al convegno, hanno sottolineato come la nuova iniziativa, che avrà Studio Marche come strumento fondamentale di comunicazione, dovrà essere avere un ruolo di promozione non solo per il food ma anche per le altre eccellenze produttive della regione, dando forza anche al rilancio turistico delle tante bellezze del territorio, in particolare di quelle delle aree interne.
Ed è qui che il presidente Acquaroli ha annunciato una novità importante : «A breve verranno presentate in consiglio regionale due proposte concrete che vanno nella direzione auspicata. Parliamo della costituzione di un’Agenzia per il turismo e l’internazionalizzazione, e di un progetto mirato alla valorizzazione dei nostri tanti borghi collinari e montani. Le Marche – ha aggiunto il governatore – hanno molti prodotti e luoghi di qualità elevata ma non sono ancora abbastanza conosciute a livello internazionale. E questo anche perché di promozione turistica si è cominciato a parlare tardi, quando la crisi industriale era ormai avanzata».
Per questo, secondo Acquaroli, occorre «colmare il gap rispetto alle altre regioni (la Puglia per esempio) e puntare a fare di turismo ed enogastronomia il perno del nostro futuro sviluppo economico. Creando anche dei circuiti mirati per le nostre aree interne, a complemento dell’offerta balneare ed estiva».
Per il momento tuttavia, tranne che un’azione di marketing diversa e più forte ed incisiva, non è chiaro ancora come queste nuove strategie verranno implementate. L’auspicio di Acquaroli è che si superino comunque nei prossimi tempi le troppe frammentazioni sul territorio, imprenditoriali e non solo, che nel passato hanno ostacolato la realizzazione di progetti forti da presentare alle fiere e ai buyers nazionali ed estere.
Insomma, anche per il food e il turismo, così come nella manifattura, piccolo non è più bello e il “made in Marche” auspicato da tutti i presenti all’incontro di oggi deve diventare una realtà se vuole ottenere gli obiettivi previsti. Contando anche su un indispensabile adeguamento delle infrastrutture di collegamento viario, carenti in molte zone.
Da notare che nelle Marche, come è stato ricordato, solo nel settore agroalimentare sono attive 42 mila imprese: una dimensione e anche un potenziale molto rilevante da strutturare e valorizzare in maniera più efficiente di come si è fatto negli ultimi anni. Sperando naturalmente che la fase più critica del covid in tutto il mondo venga presto superata e si torni a viaggiare, conoscere, degustare senza troppi vincoli e pericoli.