Attualità

Su Rai Storia il 2 settembre l’omaggio a Paolo Volponi firmato da Umberto Piersanti

Nell'ambito delle celebrazioni per il centenario della nascita, va in onda il 2 settembre il docufilm "Il verso e l'immagine. L'antico Appennino di Paolo Volponi”. A Urbino, la città natale, proseguono le tre mostre dedicate allo scrittore

“Sempre io amo queste colline della terra di mia madre”. Un verso in cui Paolo Volponi racchiude l’affetto per la sua terra, le Marche: versi che aprono il programma “Il verso e l’immagine. L’antico Appennino di Paolo Volponi” che Rai Cultura ripropone lunedì 2 settembre alle 18.00 su Rai Storia per rendere omaggio al poeta e scrittore marchigiano, un gigante della letteratura del Novecento nato a Urbino il 6 febbraio 1924 e scomparso ad Ancona il 23 agosto 1994.

Allo scrittore marchigiano di Lanciatore di giavellotto o Sipario Ducale, e i due vincitori di Premi Strega La macchina mondiale e La strada per Roma – solo per citare alcuni dei suoi capolavori – è dedicato il docufilm realizzato nel 1981, e recentemente digitalizzato in occasione delle celebrazioni per i 100 anni dalla nascita. Il documentario è visionabile anche on-demand sulla piattaforma RaiPlay. Realizzato dalla sede regionale Rai delle Marche e firmato da Umberto Piersanti, il programma si snoda tra le parole dello stesso Volponi che parla dell’intenso rapporto con la sua terra, i versi delle sue poesie e le immagini dell’Appennino marchigiano sospeso in un tempo senza tempo, tra vecchi mulini e campi, case in pietra e vegetazione spontanea, e gesti della quotidianità. Senza dimenticare la natia Urbino che si materializza così nei versi di Volponi: “La nemica figura che mi resta/ l’immagine di Urbino/ che io non posso fuggire/ la sua crudele festa/ quieta tra le mie ire./ Questo dovrei lasciare/se io avessi l’ardire/di lasciare le mie care/piaghe guarire…”.

Paolo Volponi, foto Fondazione Carlo e Marise Bo

Urbino, ma anche Pesaro Capitale italiana della cultura hanno varato numerose iniziative per il centenario del poeta, scrittore e raffinato collezionista d’arte, uno degli intellettuali più rappresentativi dell’Italia del secondo Novecento che con i suoi romanzi ha raccontato le contraddizioni e i limiti della società industriale. Nella città natale le celebrazioni si sono aperte il 6 febbraio 2024, data di nascita dello scrittore urbinate, con l’inaugurazione della mostra “Paolo Volponi: un itinerario nella vita e nell’opera”, la scopertura della targa commemorativa nella sua dimora urbinate e il convegno internazionale “Paolo Volponi: Le carte, l’opera, la polis”.

Tra gli eventi ancora in programma si segnalano la mostra “Volponi corporale” alla Galleria Nazionale di Urbino fino al 6 gennaio 2025; l’esposizione consente di approfondire la predilezione dello scrittore per la pittura seicentesca, attraverso un nucleo di otto opere pittoriche provenienti dalla preziosa collezione privata di Volponi: la Maddalena in estasi, copia dal perduto originale del Caravaggio, a cui si accosta il San Girolamo sorretto dagli angeli di Rutilio Manetti. E poi ancora due Nature morte di Battistello e una vanitas tipica degli esercizi spirituali del tempo, un San Girolamo penitente di Lorenzo Gennari, una Sofonisba suicida di ambito guercinesco, il Martirio di San Sebastiano di Schedoni e il Cristo alla colonna di Carlo Saraceni. Queste opere si aggiungono alle 21 già presenti nella collezione permanente della Galleria Nazionale delle Marche, tra cui spiccano il Sacrificio d’Isacco di Mattia Preti, il Davide in contemplazione della testa di Golia di Guido Reni, Il filosofo Origene di Jusepe de Ribera e L’Accademia di Platone di Salvator Rosa.

Mattia Preti, Sacrificio d’Isacco circa 1650, olio su tela Donazione Volponi 2003. Galleria delle Marche, Urbino

Da visitare fino al 30 settembre 2024, alle Sale del Castellare di Palazzo Ducale, la mostra “Figure per un romanzo. Paolo Volponi e le arti”, rassegna di opere d’arte dal XVI al XX secolo appartenenti alla collezione volponiana prestate da Caterina Volponi, figlia dello scrittore. Nel percorso espositivo, le pitture sono raccontate da Volponi stesso, dal suo scrivere sugli artisti. Alle opere infatti, sono intercalate pagine di presentazioni, brani anche di romanzi. In questo senso l’intento perseguito è doppio: quello di riscoprire assieme al Volponi collezionista anche il critico artistico. Un ‘secondo’ o ‘terzo’ mestiere esercitato con modalità sempre più intense dal 1956 al 1964, le cui tracce compongono un corpus disperso che sarà materia di una edizione della casa editrice Electa, nei prossimi mesi. In mostra, sono opere di Barocci, Cantarini, Guerrieri, Magini, Maratta, ma anche Monsù, Desiderio e Dughet.

Infine ad Urbino presso la Fondazione Carlo e Marise Bo a Palazzo Passionei Paciotti (via Valerio 9) c’è “Paolo Volponi: un itinerario nella vita e nell’opera” con l’esposizione di manoscritti, foto, video, documenti, testi dello scrittore fino al 13 dicembre 2024. La mostra è a cura di Caterina Volponi, Salvatore Ritrovato, Elena Baldoni e Alessio Torino, con Alberto Fraccacreta, Marcella Peruzzi, Sara Serenelli e Ursula Vogt.

Ti potrebbero interessare