FABRIANO – Ritornano dalle ferie e quasi subito vengono messi in cassa integrazione. È quanto denuncia la Fiom riguardo alla Whirlpool a Fabriano. Le parti sociali, inoltre, evidenziano altre criticità: Tecnowind, JP ed Elica.
Ieri, 28 agosto, si è completato il quadro di ripartenza delle varie realtà industriali cittadine e, puntuale come un orologio svizzero, tornano le preoccupazioni. In merito alla ripresa dell’attiva produttiva, ed in vista della ripresa delle importanti vertenze che riguardano tutto il territorio fabrianese, il funzionario della Fiom Fabriano Pierpaolo Pullini, congiuntamente con il Segretario Generale della Fiom di Ancona Tiziano Beldomenico, non possono non mostrare preoccupazioni. «In primis per la Whirlpool per i continui cali di volumi che hanno caratterizzato l’anno 2017. Sembra che Whirlpool non riesca a mettere in campo strategie in grado di contrastare le perdite di quote di mercato, la diminuzione di vendite. Questo deve essere un punto centrale nel prossimo tavolo territoriale previsto per ottobre che, a questo punto, assume carattere di urgenza. I tre giorni di cassa integrazione in tutti gli stabilimenti, proprio la settima in cui si rientra dalle ferie e dopo la fermata collettiva di sole due settimane contro le tre che mediamente erano sempre stare effettuate, palesano da un lato una situazione di difficoltà dovuta sicuramente alla complicata fusione tra le due multinazionali che ancora sembra non essere andata a regime, e dall’altro delle strategie industriali e commerciali discutibili: il fermo di tre giorni e la relativa perdita di volumi dovrebbe riguardare tutti i siti europei e quindi, pure tutti quelli italiani. A fronte di questa riteniamo sia necessaria più che mai una verifica al Mise dell’accordo, tavolo ministeriale che non viene convocato da quasi un anno».
Fari puntati, quindi, sulla vertenza Tecnowind. «Indispensabile la presentazione di un piano industriale come richiesto anche dal ministero dello Sviluppo Economico nell’ultimo incontro del 25 luglio che ha segnato un pesante arretramento della vertenza a causa del ritiro del soggetto industriale che aveva manifestato interesse all’acquisizione dell’azienda. Iniziano ad arrivare alcuni segnali positivi dal sistema bancario, che però ormai è ora che diventino ufficiali per garantire la continuità produttiva nell’immediato all’azienda ma è adesso indispensabile mettere in campo tutte le azioni affinché si arrivi al più presto ad una soluzione con un progetto industriale che salvaguardi i livelli occupazionali. Eventuali ipotesi di soggetti interessati ad acquisizioni di alcuni asset (prevalentemente estero) rimangono una strada non privilegiata dall’azienda, ma comunque in campo e se si dovesse verificare questa ipotesi, deve andare nella direzione della salvaguardia massima dell’occupazione sul territorio di Fabriano o ci troveremo di fronte all’ennesimo disastro sociale ed industriale, ferma restando la nostra perplessità su ipotesi di spezzatino».
Per quel che riguarda la JP Industries, secondo i due massimi rappresentanti della Fiom, «è necessario che dall’incontro del 31 agosto tra imprenditore, banche e Ministero, scaturisca finalmente una strategia comune per far ripartire realmente la produzione con reintegro al lavoro di tutte le maestranze che da troppo tempo sono fuori dal ciclo produttivo. Anche gli ammortizzatori sociali devono avere lo scopo di sostegno ad una ripresa industriale e non quello di mero assistenzialismo».
Infine, Elica, con la quale nel mese di settembre sono previsti una serie di incontri per la definizione di un accordo che possa mettere in sicurezza l’azienda per il prossimo triennio. «Un accordo sicuramente difficile, complicato, innovativo che però non può chiedere solamente ulteriori sacrifici alle lavoratrici e ai lavoratori, ma in cui è indispensabile che Elica faccia la sua parte e lo renda socialmente sostenibile, che non vada solo nella direzione di aumentare le delocalizzazioni verso altre parti dell’Europa e del Mondo generando di conseguenza eccedenza ed esubero sul territorio fabrianese. Ci è stata prospettata la possibilità che ci siano 164 esuberi da gestire e non crediamo che sia possibile solo gestirli con la riduzione dell’orario di lavoro. È chiaro che il numero dovrà scendere e di molto alla luce, anche, della Semestrale appena approvata che mostra numeri in aumento e il piano strategico che sta dando frutti oltre alle attese».