ANCONA – La politica si divide sul Super Green pass. La misura introdotta con il decreto varato il 24 novembre dal Consiglio del ministri, introduce una serie di limitazioni per i non vaccinati.
Il Super Green pass permetterà ai vaccinati e guariti di accedere a ristoranti, bar, palestre, cinema, teatri, stadi, eventi sportivi, spettacoli, discoteche, cerimonie, anche in zona gialla e nelle fasce di rischio superiori, attività che invece saranno precluse a chi non si è vaccinato. Il pass ottenuto con il tampone consentirà di accedere a ristoranti all’aperto, palestre, piscine e in generale alle attività sportive, ma solo in zona bianca.
Il provvedimento, tra le altre cose, introduce l’obbligo vaccinale per le forze dell’ordine, i docenti, gli amministrativi della scuola, il personale della difesa e il soccorso pubblico. Una misura che se da un lato piace al mondo della sinistra, dall’altro incontra l’opposizione di Fratelli d’Italia e del Popolo della Famiglia e fa storcere il naso ad una parte del Movimento 5 Stelle.
I favorevoli al Super Green pass
«Da tempo chiedevamo un giro di vite sul green pass – dichiara Maurizio Mangialardi, capogruppo consiliare del Partito Democratico – e il provvedimento approvato dal Consiglio dei ministri ci soddisfa pienamente perché va a tutelare i sacrifici fin qui fatti per salvaguardare la salute pubblica, evitare il sovraffollamento delle strutture ospedaliere e scongiurare nuove chiusure per le attività commerciali. Personalmente sarei favorevole all’applicazione del Super Green Pass, acquisibile solo tramite vaccinazione o guarigione dalla malattia, anche a tutti i lavoratori pubblici e non solo alle professioni sanitarie e al mondo della scuola».
Insomma il dem vede di buon occhio una linea rigorosa che premi chi ha scelto di vaccinarsi. «Vedremo cosa accadrà nelle prossime settimane e se sarà necessario sollecitare il governo in questa direzione – prosegue – . Per il momento chiediamo alle istituzioni locali e alle forze dell’ordine uno sforzo in più affinché sia garantito un controllo capillare sul rispetto delle nuove regole».
Secondo Mangialardi «non ci possiamo permettere di tergiversare sul presente e sul futuro del Paese per dare ascolto a una minoranza di No Vax che fa dell’antiscienza il proprio credo negando la realtà dei numeri. Dunque, ha fatto bene Draghi a mettere all’angolo la Lega di Salvini, sempre più ai margini del suo stesso partito, e ancora meglio hanno fatto i presidenti delle Regioni italiane che hanno fortemente voluto questo provvedimento. Unica eccezione, manco a dirlo, il solito presidente Acquaroli, che anziché rappresentare i cittadini marchigiani, compresa la stragrande maggioranza di quelli che si sono vaccinati, continua a prendere ordini dalla Meloni scambiando il ruolo istituzionale con quello politico».
«Un modus operandi – conclude -, è evidente, che di fronte anche a tanti governatori del centrodestra che hanno spinto sul Super Green Pass, a partire da quelli di Liguria e Friuli Venezia Giulia, rischia di portare le Marche verso un pericoloso isolamento all’interno della Conferenza Stato Regioni dai risvolti molto preoccupanti».
A dire sì al Super Green pass è anche Italia Viva. Piergiorgio Carrescia, membro dell’Assemblea Nazionale del partito guidato da Matteo Renzi, dichiara: «Sono perfettamente d’accordo con l’introduzione di questa misura. Non possiamo permetterci nuove chiusure delle attività e soprattutto di nuovo ospedali pieni».
D’accordo anche Articolo Uno. Il coordinatore regionale del partito Massimo Montesi, evidenzia «la linea di rigore e prudenza tenuta e il fatto che la grandissima maggioranza degli italiani si è vaccinata, oggi dicono che i numeri italiani della pandemia sono migliori di altri grandi paesi europei. Le nuove misure approvate ieri dal Consiglio dei Ministri – afferma -, con l’introduzione del Super green pass come ulteriore strumento per contenere la diffusione del Covid 19, continuano in questa direzione e sono da sostenere».
«La pandemia, purtroppo non è finita – afferma -, e restano, fondamentali i comportamenti responsabili sia collettivi che personali, perché abbassare la guardia in questa fase sarebbe un colossale errore che metterebbe a rischio i sacrifici fatti in questi lunghissimi mesi. Restano, la scienza ed il vaccino le migliori armi per continuare ad affrontare e sconfiggere il Covid 19».
Il fronte del no
Contrario al Super Green pass il senatore del Movimento 5 Stelle Mauro Coltorti. «Dubito che le ulteriori restrizioni che verranno introdotte con il Super Green pass saranno efficaci – afferma -. Abbiamo percentuali elevatissime di vaccinati, ma malgrado questo i contagi continuano, seppur moderatamente ad aumentare. In Spagna non hanno mai avuto un Green pass severo, né applicato sia alla scuola che ai posti di lavoro, ma sono messi, sebben di poco, meglio di noi. Ci sono tanti motivi per cui le persone non si vaccinano, incluse persone che non lo possono fare per motivi di salute essendo per esempio a rischio di miocarditi».
Il presidente della Commissione Trasporti del Senato fa poi notare «ci sono altri come il sottoscritto che hanno avuto il covid asintomatico ed hanno dosi elevate di anticorpi. In questo modo esacerbiamo i contrasti e demonizziamo chi non si vaccina mentre è evidente che anche chi si è vaccinato può essere portatore del virus. Io temo che questa situazione possa esasperare gli animi e far aumentare i disordini sociali cosa che dovremmo assolutamente vitare».
Sposando la linea del leader nazionale del partito Mario Adinolfi, Fabio Sebastianelli, coordinatore regionale del Popolo della Famiglia definisce la misura come «un grande errore» che va a rendere «più gravoso il Natale di milioni di famiglie, rendendo più difficoltoso il lavoro delle strutture ricettive e di ristorazione» che avevano già subito «importanti perdite, in un periodo dell’anno, quello delle feste natalizie, che rappresenta quello più redditizio».
Sebastianelli aggiunge: «Pur comprendendo la difficoltà del momento, anche se non abbiamo mai voluto alimentare contrapposizioni inutili in questi mesi, non si può fare a meno di sottolineare che in questa maniera si alimentano e si creano divisioni, inoltre si inasprisce e non di poco, la “guerra” tra vaccinati e non, cosa che, invece, il Governo dovrebbe cercare di evitare». «Si rendano almeno gratuiti i tamponi per i lavoratori, per non vessare le famiglie» conclude.