ANCONA – Nei prossimi giorni sarà istituito un tavolo tecnico di lavoro per affrontare e calendarizzare tutti le azioni da mettere in atto per la soluzione del problema degli sversamenti fognari in mare. Si è svolto infatti ieri mattina presso la Regione Marche e alla presenza dell’assessore alla Tutela delle Acque, Angelo Sciapichetti, un incontro con i sindaci dei Comuni di Ancona, Valeria Mancinelli, e Falconara Marittima, Goffredo Brandoni, e i referenti dell’Asur, dell’Arpam, dell’ente gestore Multiservizi spa, dei tecnici regionali e comunali del settore, e di rappresentanti degli operatori balneari.
Oggetto della riunione, la pianificazione degli interventi per risolvere il problema degli sversamenti a mare dei residui reflui, in particolare nei tratti di litorale ricadenti nel territorio dei due comuni. L’incontro si è svolto all’insegna di una piena e convinta collaborazione da parte di tutti gli enti che hanno ribadito la necessità e l’urgenza di un percorso comune, al fine di raggiungere una soluzione efficace, in tempi brevi, grazie anche a un metodo di lavoro collegiale.
È stato raggiunto l’accordo di predisporre un protocollo d’intesa da redigere in tempi rapidi tra tutte le parti interessate, per disciplinare complessivamente tutti gli interventi necessari per la soluzione del problema degli sversamenti, sia sul piano delle infrastrutture, sia per quanto riguarda le modalità di monitoraggio della qualità delle acque di balneazione. L’intesa provvederà ad affrontare con un approccio globale la materia, disciplinando tempi e competenze, con l’obiettivo finale di dare una risposta definitiva al problema e di ridurre al massimo l’interruzione dell’attività di balneazione, conseguente agli sversamenti.
I fenomeni di inquinamento degli sversamenti sono infatti circoscritti e temporanei ad Ancona. Numerosi campionamenti effettuati dall’Arpam l’estate scorsa nello specchio d’acqua davanti agli scolmatori, hanno dato esito negativo dopo 24 o 36 ore. Il Comune di Ancona ha così cominciato a guardare a Rimini per avere un meccanismo certificato che consenta in via presuntiva di dire che dopo 24 ore l’acqua torna balneabile, senza aspettare l’esito delle analisi. Dopo anni di monitoraggio, infatti, a Rimini si sono accorti che dopo 18 ore il fenomeno di inquinamento spariva e hanno accorciato il divieto di balneazione proprio a 18 ore. Così con l’Arpam il Comune di Ancona sta studiando un metodo che possa permettere di ridurre la durata del divieto che, al momento, dura 72 ore. Un tempo tecnico in cui l’Arpam effettua le analisi e attesta il ripristino della qualità delle acque. La riduzione della durata del divieto è una soluzione tampone che potrebbe permettere agli operatori balneari di lavorare quest’estate, in attesa di un intervento infrastrutturale che risolva il problema.