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Switch point project: studenti e imprenditori per l’export

Anche quest'anno il progetto, promosso con l'Università Politecnica delle Marche, e sostenuto dalla Banca di Filottrano, ha coinvolto gli studenti e le imprese del territorio

Gli studenti della Politecnica che hanno partecipato al progetto Switch point project

FILOTTRANO – In un’economia sempre più globale, per le aziende diventa obbligatorio puntare a nuovi mercati: l’internazionalizzazione infatti si sta rivelando l’unica carta possibile per superare la crisi e avvicinarsi alla crescita. Anche le piccole e medie imprese, che fino a qualche decennio fa si accontentavano del mercato interno, ora sono costrette a ricercare nuovi sbocchi commerciali. A queste ultime però il più delle volte mancano le risorse necessarie per raccogliere informazioni adeguate e per analizzare efficacemente le opportunità offerte dai nuovi mercati. Di conseguenza i loro processi di internazionalizzazione sono il frutto di strategie meno pianificate e quindi strutturalmente più rischiose. La Banca di Filottrano, la prima per quota di mercato nel distretto produttivo della Valmusone, da tre anni promuove con lUniversità Politecnica delle Marche il progetto “Switch point project”, che punta a favorire linternazionalizzazione delle imprese con il sostegno degli studenti della facoltà di Economia guidati dal professor Marco Cucculelli.

Il programma prevede che alle aziende aderenti, socie o clienti della banca, venga assegnato un gruppo di studenti con il compito di fornire un focus dettagliato sull’internazionalizzazione con tanto di analisi dei mercati esteri, informazioni sui competitor commerciali, identificazione di servizi e prodotti meglio spendibili sui mercati stranieri, in particolare quelli emergenti. Quest’anno, a differenza del passato, si è scelto di coinvolgere meno imprese per fare un’analisi più approfondita: i gruppi di lavoro hanno seguito la camiceria “Giovanni Taccaliti” di Camerano e la “Fileni” di Cingoli. La camiceria “Taccaliti” per cercare nuovi mercati ha puntato molto sull’e-commerce. L‘azienda di Camerano, nonostante venda un prodotto artigianale, ha dimostrato di avere la stessa potenzialità di crescita verticale di un business tecnologico. Ii due gruppi di lavoro assegnati si sono concentrati sulla città di New York, per capire quali tipi di camice sono più vendute nelle vie della moda, quali sono i tagli e i tessuti preferiti dal cliente americano, ed è stato approfondito l’ambito delle taglie forti che è un mercato molto importante negli Stati Uniti dove l’obesità è in aumento. Se per l’azienda di abbigliamento ci si è concentrati sul mercato tedesco e statunitense, per quella agroalimentare si è puntato sul nord Europa: Finlandia, Polonia e Paesi Baltici. Per ciascuno di questi Paesi sono stati analizzate le potenzialità e le eventuali strategie di penetrazione per tre differenti prodotti della linea “Fileni”. Gli studenti della Politecnica hanno svolto una ricerca di mercato sui prezzi medi di vendita e sulla disponibilità dei consumatori ad acquistare prodotti similari a quelli della “Fileni”: un’operazione fondamentale per capire se ci sono margini di penetrazione in quel determinato mercato. Inoltre i dieci gruppi di lavoro hanno eseguito una proiezione sui dati di import ed export dei paesi esaminati, cosa che solitamente viene commissionata a pagamento alle grandi agenzie.

Con “Switch point project” i ragazzi hanno potuto confrontarsi con aziende affermate e imparato a svolgere un servizio altamente professionale, maturando così un’esperienza che potrebbe rivelarsi utile ai fini lavorativi una volta terminato il percorso di studi. Le aziende hanno potuto contare sul sostegno di studenti universitari quanto mai preparati e pronti a offrire un servizio di ricerca eccellente che non ha nulla da invidiare a quello delle agenzie di settore. Un ruolo importante nell’iniziativa lo ha svolto anche la Banca di Filottrano, che lavorando sul territorio e per il territorio, vuole dare il suo contributo affinché il distretto produttivo possa difendersi meglio dagli ultimi strali della crisi e puntare alla crescita non lavorando esclusivamente con il mercato domestico, ma anche con quelli europei ed emergenti.