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«Subito i tamponi ai nostri medici»: l’allarme del sindaco di San Ginesio, Ciabocco

«L’Azienda sanitaria nega loro la possibilità di potersi sottoporre ai tamponi in assenza di sintomi ma pur essendo stati in contatto con pazienti risultati positivi» ha spiegato il primo cittadino

SAN GINESIO – «I nostri due medici lavorano in condizioni di estrema precarietà a causa della mancanza dei dispositivi di sicurezze e a causa della mancanza di collaborazione da parte dell’Asur di competenza territoriale che sembra non voler rispondere alle loro richieste di aiuto». A lanciare l’allarme e a farsi portavoce dei due professionisti è il sindaco di San Ginesio Giuliano Ciabocco.

Il sindaco di San Ginesio Giuliano Ciabocco

Il dottor Pietro Enrico Parrucci e la dottoressa Orietta Lattanzi hanno rivolto al primo cittadino il loro grido di allarme e, la principale preoccupazione, sta nel fatto che «l’Azienda sanitaria nega loro la possibilità di potersi sottoporre ai tamponi in assenza di sintomi ma pur essendo stati in contatto con pazienti risultati positivi; già un medico di medicina generale residente a San Ginesio, il dottor Sauro Bruè, è risultato positivo al Covid-19 ed è attualmente ricoverato».

«Dovrebbe essere un imperativo proteggere il personale medico non solo per salvaguardare la continuità delle cure e garantire l’indispensabilità del loro operato, ma per assicurarsi che i professionisti in questione non diventino essi stessi veicolo d’infezione» ha continuato Ciabocco che ha rivolto all’Asur la richiesta di sottoporre i medici al controllo del virus per mezzo dei tamponi, anche se asintomatici. «Si legge continuamente – rincara il sindaco – di come con tanta celerità vengano effettuati i tamponi su personaggi di svariati ambiti professionali, dai politici ai VIP, dagli sportivi alle rappresentanze istituzionali ed è assurdo di come i nostri medici vivano nel paradosso: coloro che curano sono i primi a non essere curati».

«San Ginesio è un meraviglioso borgo di circa 3500 abitanti, per lo più anziani, ancora in piena emergenza post sisma a causa di una ricostruzione che non decolla e ora nuovamente sottoposto a doverne affrontare un’altra di più grande entità. L’Amministrazione si è da subito adoperata per venire in soccorso delle fasce più deboli della popolazione: ha attivato il C.O.C. comunale e garantisce il servizio a domicilio per quanto riguarda la spese di generi alimentari e medicine, ma i nostri medici devono continuare a svolgere il loro lavoro in assoluta sicurezza e tranquillità sia per quanto riguarda gli orari di visita in ambulatorio che l’assistenza domiciliare» ha concluso il primo cittadino.