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Tavullia, rompe il bicchiere e accoltella l’amico. Rintracciato ma è già libero

Protagonista un 30enne marocchino che poi è scappato. Una fuga durata poche ore, ma il reato è di lesioni aggravate per cui è stato solo denunciato

PESARO – Rompe il bicchiere e con un frammento di vetro pugnala l’amico-rivale.

I motivi, ancora ora, li sanno solo gli interessati, ma quel che è certo è che, nella notte tra il 16 e il 17 ottobre, in piazza Marconi di Padiglione di Tavullia, di fronte a un bar della zona, è scoppiato un violento litigio tra due conoscenti di lunga data, due cittadini marocchini residenti a Mondaino e a Gradara.

Entrambi alticci, hanno iniziato a discutere ma i toni sono rapidamente degenerati e, in un impeto d’ira, il gradarese D.R., di 30 anni, ha infranto il bicchiere che aveva in mano e ne ha usato il coccio per pugnalare l’amico coetaneo L.M. all’addome, lasciandolo poi sanguinante a terra per poi darsi alla fuga.

Per fortuna del ragazzo steso a terra, un terzo connazionale ha attivato la macchina dei soccorsi prima che fosse troppo tardi. Sul posto sono intervenuti immediatamente i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Pesaro, assieme a personale del 118 che ha trasportato il ferito all’Ospedale San Salvatore. Qui il giovane è stato ricoverato in codice rosso e sottoposto subito a un intervento chirurgico d’urgenza. Nel frattempo, i Carabinieri della Stazione di Tavullia hanno ricostruito l’accaduto e hanno iniziato le ricerche dell’aggressore, essendo risaliti alla sua identità nonostante la difficoltà di reperire testimoni. Forse per questo D.R. ha guadagnato il tempo di passare a casa per fare le valigie, ed è riuscito ad andarsene prima dell’arrivo dei militari.

Il suo appartamento infatti era vuoto. La fuga del giovane, tuttavia, è durata appena una manciata di ore, il tempo necessario alla Sezione Operativa del Norm di Pesaro a mettersi sulle sue tracce e rintracciarlo a casa di un connazionale in un comune della vicina Romagna. La sua vittima non è in pericolo di vita e, dunque, il reato ipotizzato dalla Procura della Repubblica non è di tentato omicidio ma di lesioni aggravate, motivo per il quale è stato rilasciato dopo gli accertamenti e denunciato in stato di libertà, in attesa del processo.

Il taglio, pur profondo, non ha infatti per fortuna colpito alcun organo vitale; una differenza di qualche centimetro sul corpo della vittima, ma enorme in termini giuridici, che ha cambiato il destino di due persone. Una dormirà in ospedale in prognosi riservata, ma vivrà, l’altra nel suo letto invece che in una cella. Almeno per il momento.