ANCONA – Novità sulla fatturazione a 28 giorni: le compagnie telefoniche stanno tornando alla fatturazione mensile, come previsto dalla legge, inserita nella finanziaria 2018.
Si annunciano, però, aumenti dell’8,6% dell’abbonamento mobile e di rete fissa da parte delle società telefoniche, per ottenere comunque gli stessi introiti. «Negli sms in cui gli operatori annunciano ai propri clienti il cambio tariffario non sempre si riportano informazioni esaustive rispetto al diritto del consumatore di poter recedere senza alcuna spesa, ma si rimanda ad una chiamata o al sito per i dettagli relativi al recesso. Gli operatori, inoltre, provano a far credere ai consumatori che la loro scelta è dovuta alla modifica della legge e non a scelte autonome della società!», spiega l’Adiconsum Marche.
Nelle informative si sostengono due cose:
– che “la spesa complessiva annuale non cambia” (“pur mantenendo invariata la spesa annuale” oppure “le modifiche non prevedono variazioni di spesa annua”);
– che l’aumento è una diretta conseguenza della legge e non una scelta autonoma delle società (“Ai sensi della Legge 4 dicembre 2017, n.172”, oppure “in ottemperanza alle nuove disposizioni previste dalla Legge 172/17 del 4 dicembre scorso”).
«Si tratta, ovviamente, di informazioni fuorvianti per il consumatore, far presupporre che nulla cambia e che si tratta di una semplice modifica tecnica legata ad un cambio della legge può indurre il consumatore in errore» dice l’ente.
Si invitano, quindi, i consumatori a verificare le bollette in tutte le pagine, controllando se vi sono messaggi del gestore e se vi sono profili di ingannevolezza del messaggio. «Eventualmente, se si dovesse ravvisare una pratica commerciale scorretta, si potrebbe procedere a segnalare il comportamento della società telefonica all’Autorità garante delle comunicazioni e della concorrenza», aggiunge l’ente.
Per alcune società la modifica viene indicata come segue: “rimane invariato il costo annuale complessivo ma la bolletta mensile aumenta in quanto, appunto, il totale annuale viene suddiviso in 12 mensilità e non in 13 rinnovi”.
Oltre a questo, occorre verificare se il gestore di appartenenza non modifichi le condizioni tecniche del contratto, determinando un peggioramento dei servizi al consumatore. Infatti, nonostante la fatturazione stia tornando da 28 a 30 giorni, alcune società mantengono invariati i Gb, i minuti e gli sms compresi nell’offerta.
Ciò è scorretto per il consumatore, e determina un livellamento verso il basso delle offerte. Altri gestori, invece, hanno provveduto a riparametrare le soglie previste dalle proprie offerte, innalzandole in modo proporzionale.
«Come era prevedibile, dunque, il ritorno alla fatturazione mensile non quieterà gli animi dei consumatori, i quali speravano in un ritorno ai vecchi costi delle tariffe, e in molti già si stanno presentando presso i nostri uffici per chiedere informazioni e per conoscere eventuali possibilità di fare ricorsi o contestazioni. L’unica forma di tutela, però, anche in questo caso, è la possibilità di recesso dal contratto senza applicazione di penali, già sapendo, tuttavia, che le tariffe del nuovo gestore non saranno poi così differenti».