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Testa d’agnello mozzata a casa di imprenditori, agricoltore a processo per minacce

Un 57enne è accusato di minacce aggravate contro i proprietari della Energy Resouces di Jesi. Avrebbe preso di mira la famiglia dell'azienda specializzata in energie rinnovabili, fallita nel 2017, con telefonate anonime. L'imputato respinge ogni addebito. «Ho perso solo molti soldi nell'acquisto di pannelli che non funzionavano»

Il tribunale di Ancona
Il tribunale di Ancona

ANCONA – Telefonate anonime contro la casa e i bambini poi il ritrovamento di una testa d’agnello, mozzata, davanti al garage dell’abitazione di Marzocca. Nel mirino i proprietari della Energy Resources, azienda con sede a Jesi, specializzata nel commercio delle energie rinnovabili, poi fallita nel 2017.

I fatti, accaduti nel 2012, hanno fatto finire a processo un agricoltore pesarese per minacce aggravate. Dietro gli episodi, stando alla tesi accusatoria, ci sarebbe un contenzioso legale pendente con l’azienda e che avrebbe spinto l’agricoltore, un 57enne, a fare tre telefonate e a lasciare la testa di un agnello davanti alla porta del garage degli imprenditori.

«Bella casetta, casetta brucia, bella casetta, casetta brucia» e ancora «Bei bambini, bei bambini», queste le telefonate anonime ricevute al numero fisso, come una sorta di filastrocca, della casa dove abitano l’allora presidente dell’azienda, la moglie e la madre della moglie. Tre quelle effettive ma solo due quelle denunciate all’epoca dei fatti che comprendono un periodo che va da settembre fino al 22 dicembre 2012.

Dopo le telefonate è stata rinvenuta la testa mozzata, davanti al garage della madre della moglie del presidente della società. La famiglia aveva fatto denuncia ai carabinieri che, avviata una indagine, ha portato all’imprenditore pesarese. Le telefonate, partite da cabine telefoniche, aggancerebbero la cella della zona del pesarese, dove risiede l’agricoltore.

Il contenzioso legale era sull’acquisto di pannelli fotovoltaici fatto nel 2010 (costato 862mila euro) e che, secondo l’agricoltore, non avrebbero mai funzionato bene al punto di fare causa alla Energy Resources. Causa finita con un arbitrato che aveva fissato una somma con cui doveva essere risarcito l’agricoltore (164mila euro). La somma non è stata mai liquidata perché l’azienda fallì. L’agricoltore, di Montecalvo in Foglia, difeso dall’avvocato Paola Righetti Saragoni Lunghi, respinge ogni accusa. «Ho perso solo molti soldi – dice il 57enne – nell’acquisto di pannelli che non hanno avuto la resa dichiarata».

Oggi, in tribunale, davanti al giudice Elisa Matricardi, sono stati sentiti i testi dell’accusa: l’imprenditore, la moglie, la madre di quest’ultima che si sono costituiti parte civile nel processo e un carabiniere che ha condotto le indagini. Prossima udienza il 1 febbraio.