FABRIANO – «Sono super contento, anzi, onorato di giocare con la Ristopro Fabriano per tutto il campionato». Todor Radonjic, “Tosho” per gli amici, 22 anni, 196 centimetri, arrivato nella città della carta in punta di piedi i primi di settembre con un accordo temporaneo, da pochi giorni si è guadagnato il prolungamento del contratto fino al termine della stagione grazie alle sue buone prestazioni.
Sfruttando la mattina di riposo settimanale concessa da coach Lorenzo Pansa ai suoi ragazzi, è l’occasione giusta per invitarlo a colazione e conoscerlo un po’ meglio. Brioche, caffè (tè verde per lui) e un’oretta di relax al bar sono di solito l’occasione giusta per una chiacchierata a trecentosessanta gradi che riempie il taccuino. E così è stato, infatti.
Todor, partiamo dall’inizio: puoi presentarti?
«Sono nato vicino Podgorica, la capitale del Montenegro, per la precisione in un villaggio chiamato Zeta Mahala. Ho iniziato a giocare a basket a otto anni per iniziativa di un docente di educazione fisica, Milan Garic, che aveva militato anche al Buducnost (la squadra più importante del Montenegro, nda). L’attività giovanile vera e propria l’ho intrapresa a 12 anni con una società montenegrina che si chiama Stella Azzurra e in quegli anni ho spesso ricevuto convocazioni dalle Nazionali giovanili del mio Paese. Nel 2012, durante un provino a Roccaporena di Cascia, sono stato notato dalla Stella Azzurra Roma ed è iniziata la mia avventura qui in Italia».
Da una Stella Azzurra all’altra, dunque…
«Avevo solo 15 anni e fu una scelta non facile. A posteriori, una buona scelta. A Roma eravamo circa venti ragazzi tra italiani e stranieri, vivevamo in foresteria, è stata una esperienza straordinaria e per me importantissima sia dal punto di vista professionale che umano. Alla Stella Azzurra Roma sono cresciuto tecnicamente e fisicamente con coach D’Arcangeli, ho ottenuto lo “status” di formazione cestistica italiana, ho giocato due stagioni in serie B (7,8 punti nel 2014/15 e 11,8 punti nel 2015/16, nda), abbiamo raggiunto la Finale Nazionale Under 20 e sono stato inserito nel miglior quintetto della manifestazione».
Da quel momento possiamo dire che la tua carriera ha preso il via in maniera molto spedita: ancora giovanissimo, hai già accumulato molte esperienze, ce le puoi raccontare?
«Nel 2016/17 sono passato a Roseto in A2 (3,9 punti, nda) ed è stata un’altra annata molto utile sotto le direttive di coach Di Paolantonio. Nel 2017/18 a Tortona sempre in A2 (2,9 punti, nda), allenatore proprio coach Lorenzo Pansa, altra preziosa stagione con la vittoria della Coppa Italia contro Ravenna nella finale giocata a Jesi (in quella partita Radonjic segnò 5 punti, in squadra c’era anche Garri ora compagno a Fabriano, nda). Lo scorso campionato, poi, a Siena sempre in A2 ho ricevuto la fiducia di coach Moretti, che mi utilizzava molto, siamo partiti bene con sette vittorie nelle prime dieci partite, poi purtroppo a causa dei problemi societari la squadra ha iniziato a perdere i pezzi e a marzo il club è stato estromesso dalla Federazione. È stato tutto molto triste. Ho terminato la stagione a Chieti in serie B».
La scorsa estate, quindi, per te che sei classe 1997, si presentava la prima stagione da senior…
«Ero in attesa di una buona proposta. Fabriano cercava qualcuno per tamponare l’infortunio di Gatti e così mi hanno chiamato. Mi sono trovato subito benissimo in questo ambiente: sia la squadra sia tutto il contorno mi hanno trasmesso grande serenità».
In queste prime 9 giornate di campionato, caratterizzate da 7 vittorie della Ristopro, le tue statistiche personali parlano di 8,7 punti e 7 rimbalzi di media in 23,8 minuti di utilizzo, il 71% da due e il 37% da tre: numeri che hanno convinto la società a prolungare il tuo contratto fino al termine della stagione. Sei contento?
«Non solo contento, onorato di giocare qui tutto il campionato. Mi trovo benissimo con i compagni, con la società, con i tifosi che sono sempre presenti e garantiscono un’atmosfera super sugli spalti. Tutto l’ambiente mi piace».
Sei soddisfatto di te stesso finora?
«Sì, ma sono ancora giovane e posso fare sicuramente meglio. Questa a Fabriano è una ulteriore tappa nel mio percorso di crescita. Il mio obiettivo è di arrivare a giocare in serie A».
Chi sono, o sono stati, i tuoi idoli di basket?
«Dejan Bodiroga e Paul Pierce».
Quali sono le caratteristiche tecniche che ti contraddistinguono?
«Il tiro da tre e il post basso».
Nelle ultime due vittoriose trasferte sei andato forte anche a rimbalzo, ne hai presi 10 a Rimini e 12 a Montegranaro…
«Mi sono imposto di avere continuità mentale per dare una mano a prenderne più possibili, anche offensivi».
Basket a parte, chi è Todor Radonjic?
«Un tipo tranquillo, un po’ timido a volte. Mi piacciono le foto e i viaggi. Credo molto nella famiglia, un valore che mi è stato trasmesso dai miei genitori che mi hanno sempre dato grande fiducia nelle scelte, infatti mi sono già sposato con Francesca nel giugno 2018, lei lavora a Roseto e mi raggiunge a Fabriano nel weekend. L’amore è scattato subito e ci siamo detti: perché aspettare, se siamo sicuri di noi e abbiamo le idee chiare? Ti ripeto, per me la famiglia è importante e anche avere dei bambini».
Ormai casa tua è, dunque, l’Italia. Del Montenegro cosa ci racconti?
«È un piccolo Stato. A livello paesaggistico assomiglia all’Abruzzo, verde, ma un po’ anche alle Marche: in breve tempo si va dal mare alle montagne alte. I navigatori italiani, una volta, quando ci passavano davanti vedevano queste alture nere e così l’hanno chiamato Monte Negro, “Crna Gora” nella nostra lingua. Una delle località balneari più belle è Budva, sono bellissime anche le Bocche di Cattaro, che noi chiamiamo Kotor».
Todor, è quasi ora di tornare in palestra: domenica al PalaGuerrieri di Fabriano (ore 18) arriva la capolista Bakery Piacenza, che ha due punti in più della Ristopro. Che partita sarà?
«Piacenza è una squadra che gioca molto bene, ha obiettivi importanti e giocatori forti sia tra i senior che tra gli under. Per noi sarà un bel banco di prova misurarsi con loro. Sarebbe bellissimo riuscire a vincere, significherebbe tanto per noi».