JESI – Hanno portato nell’aula consiliare la loro “protesta silenziosa” e non solo. Hanno coinvolto nella lotta contro il nuovo palazzone Erap da realizzare in via Tessitori un attivista illustre: Federico II di Svevia. Ha infatti destato curiosità in aula il cartello esposto dalla decina di residenti del quartiere San Giuseppe intervenuti ad assistere alla seduta consiliare, come avevano annunciato, per «esprimere totale dissenso a questo modo di fare politica» e all’assenza dall’ordine del giorno della petizione, firmata dai cittadini e presentata nell’aprile scorso in Comune, contro la costruzione della torre da sette piani e trenta appartamenti a edilizia agevolata. «Sputor Mundi» c’era scritto sul cartello, che accostava l’immagine logo del Museo virtuale dedicato allo “Stupor Mundi» e la prevista torre Erap. Con esiti, e significato, che è abbastanza semplice comprendere: da Stupor a Sputor, l’inversione delle consonanti, invece che degli addendi, la sostanza la cambia, eccome.
In aula il sindaco Massimo Bacci ha ribadito: «Impossibile tornare indietro su un progetto che ha concluso l’iter amministrativo. Se qualcuno è più bravo di noi a trovare soluzioni possibili, le tiri fuori in fretta perché l’Erap ha inoltrato richiesta di permesso a costruire e non ci sono motivazioni per le quali si possa dire agli uffici di non rilasciarlo. Impensabile chiedere all’Erap di rinunciare ai tre milioni in ballo per il progetto (1,2 già spesi fra acquisto del terreno e primi lavori per 200 mila euro, 1,8 milioni di contributo regionale) o rimborsarla».
Piuttosto, Bacci guarda a un Prg che prevede che si possa costruire ancora anche a ridosso del Fosso Granita, al Campo Boario. «Il mio primo impegno- dice il sindaco- è per una variante del Piano regolatore che elimini questa possibilità».