FABRIANO – Sidonia (Sonia) Ruggeri, docente di Letteratura italiana alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Perugia, negli anni ’80 è stata eletta presidente diocesana dell’Azione Cattolica di Fabriano-Matelica ed ha impegnato le sue energie nel campo della cultura, della formazione e dell’attenzione al sociale. Entrata in politica, con il “manifesto Martinazzoli”, negli anni ’90, è stata eletta segretario comunale della Democrazia Cristiana e ha lavorato intensamente per far nascere anche a Fabriano il Partito Popolare e, con esso, un nuovo modo di fare politica. Nel 1994 è stata candidata, per il Collegio Fabriano-Jesi, per l’uninominale alla Camera dei Deputati, nella lista “Patto per l’Italia”. Dal 7 giugno 1998 al 20 maggio 2012 (prima con la Giunta Santini, poi con le Giunte Sorci) è stata assessore comunale, con deleghe, nei primi dieci anni, ai Servizi alla persona e alla famiglia, Politiche sociali, sanitarie, educative e Pubblica Istruzione. Nell’ultimo quinquennio, alla Cultura e Pubblica Istruzione. Attualmente è membro del Consiglio di amministrazione della Fondazione della Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana.
Sonia, ci dica le tre donne che sono un esempio per lei?
«Madre Teresa di Calcutta, “la piccola matita di Dio, dalla forza di un gigante”. La donna a servizio degli ultimi, che ha sconvolto le pratiche tradizionali dell’assistenza, attraverso strumenti volti a ridare dignità ad ogni persona, anche attraverso la condivisione di stili e condizioni di vita. Rita Levi Montalcini, la donna scienziata, dalle altissime capacità mentali, spesso attiva in campagne di interesse politico e sociale, attenta ai giovani, con i quali si confrontava, avendo una profonda fiducia nella capacità innovativa dell’uomo e ai quali suggeriva di non concentrare l’attenzione solo su se stessi, ma di collaborare al miglioramento del mondo attuale. Tina Anselmi, politica e partigiana italiana, la prima donna ministro. Voglio citare un suo pensiero, per sintetizzare il suo operato in politica “Quando le donne si sono impegnate nelle battaglie, le vittorie sono state vittorie per tutta la società. La politica che vede le donne in prima linea è politica di inclusione, di rispetto delle diversità e di pace”».
L’essere donna a Fabriano e in Italia, è facile o complicato?
«Nonostante i grandi traguardi raggiunti, non è facile. Bisogna faticare di più, ma è possibile, soprattutto se si è se stesse e si guarda all’essere maschile come a colui con cui relazionarsi e confrontarsi, mettendo in campo la propria genialità, le proprie competenze e i propri talenti. Ci sono degli esempi, sia a Fabriano, che in Italia che lo dimostrano».
In che occasione si è sentita discriminata nel suo ambito?
«Nei 14 anni di vita amministrativa sono sempre stata l’unica donna in Giunta. Confesso che non mi sono sentita mai discriminata. In alcuni momenti forse ho dovuto faticare di più, per raggiungere certi obiettivi, ma con tutti si è stabilito un rapporto di sincera amicizia e stima reciproca. Ci sono state molto spesso diversità di visioni, discussioni e anche qualche disaccordo, ma alla fine a prevalere sono stati sempre il senso di responsabilità e il lavoro di squadra. Competenza, responsabilità, umiltà, capacità di ascolto e rispetto reciproco aiutano senz’altro a limitare le discriminazioni. Ho potuto constatare ciò anche nel mio ambito lavorativo: l’Università degli Studi».
Esiste la solidarietà fra le donne? È vero che il peggior nemico delle donne sono le donne?
«Forse la cosa più difficile per le donne è il lavorare in squadra, il fare rete. Per sconfiggere tante violenze e vincere le complesse sfide che il mondo di oggi ci pone, bisogna che noi donne impariamo a fare squadra e a non essere restie ad allearci».
Un messaggio alle donne del futuro?
«Essere sempre se stesse, sognare in grande, volare alto, non vergognarsi di avere un cuore, avere stima di se stesse, pur riconoscendo i propri limiti, non mollare mai e con determinazione e coraggio, in una dimensione di reciprocità con l’essere maschile, mettere a servizio la propria genialità, per trasformare in bellezza le cose brutte di questo mondo».