Ancona-Osimo

Truffe agli anziani, sottratti 100mila euro in due anni

L'operazione congiunta di polizia e carabinieri ha permesso di scovare una banda di campani, pregiudicati. Le indagini tra Ancona e Napoli

ANCONA – «Suo nipote è responsabile di un grave incidente stradale e si trova in caserma». Oppure «suo nipote è stato arrestato servono soldi per liberarlo». Si fingevano avvocati o addirittura forze dell’ordine per truffare gli anziani, tutti over 70. L’operazione congiunta di polizia e carabinieri, ha permesso di scovare una banda di campani, pregiudicati di circa 40 anni, riuscita a raggirare numerosi anziani sottraendo più di 100mila euro in due anni. Le indagini coordinate dal pm Lionello sono state avviate nei primi mesi del 2015. L’accusa è truffa aggravata dal pericolo immaginario. È stata applicata la misura cautelare della detenzione in carcere per cinque persone, una, invece, si trova agli arresti domiciliari. Ci sono anche 4 indagati, 10 le perquisirono eseguite. Nelle Marche sono stati individuati 24 casi, di cui 16 consumati: 14 a Ancona, poi Osimo Numana, Jesi, Falconara, Chiaravalle, Fossimbrone.

La storia:

Il piano dei truffatori si divideva in tre parti. Uno dei complici, generalmente il capo della banda, dalla stanza di un albergo cominciava a fare telefonate seriali alle utenze di una via finché non rispondeva una persona anziana. A quel punto si presentava come avvocato o forze dell’ordine e raccontava che il nipote, o comunque un parente non prossimo, si trovava in caserma rimasto coinvolto in un incidente stradale o in un arrestato. Per risolvere la questione era necessario l’immediato pagamento di denaro.

La persona anziana aveva la possibilità di fare una telefonata, in realtà fittizia, in quanto il truffatore non chiudeva la chiamata e restava in linea. Quando l’anziano digitava il numero del familiare, rispondeva sempre il truffatore, con voce diversa, presentandosi come il maresciallo della caserma dove si trovava il nipote.

A questo punto, la persona anziana presa dallo sconforto, era pronta a dare all’avvocato il denaro necessario e, se non ne aveva a sufficienza, anche monili e preziosi. La richiesta per liberare il nipote poteva arrivare anche a 6mila euro. Quindi, un altro complice attendeva sulla via, e, al momento di riscuotere i soldi, mostrava un finto tesserino da avvocato o delle forze dell’ordine. Alcuni membri della banda sono stati arrestati a Napoli, altri ad Ancona ancora all’opera negli alberghi dove alloggiavano.