6ANCONA – Si chiama Romantic scam, letteralmente truffa romantica, e sta dilagando online. In realtà si tratta di una delle truffe più vecchie al mondo: prima dell’avvento dell’era digitale si consumava sulle pagine dei giornali nelle sezioni dedicate agli annunci per incontri. Oggi l’adescamento avviene soprattutto creando falsi profili Facebook o su siti internet e false chatroom. In genere viene attuata soprattutto ai danni di donne divorziate, vedove o single, selezionate proprio per la loro condizione sentimentale che le colloca in uno stato di isolamento affettivo nel quale il truffatore si può inserire innescando il raggiro.
«Bisogna non cedere subito all’invito – spiega Alessia Tombesi, psicoterapeuta sistemico-relazionale – ma cercare di carpire maggiori informazioni. Chi è interessato ad una truffa tende a desistere se la donna gli pone resistenza. Attenzione ai falsi profili, non si sa mai chi può esserci dietro. Queste sono le prime armi di difesa. Consiglio alle donne di non mettere foto maliziose nei loro profili per evitare cattive interpretazioni dai parte dei malintenzionati».
Se nonostante tutto il rapporto si fosse già avviato il consiglio della psicoterapeuta è di «diffidare da chi dice subito di provare un forte sentimento, poco tempo dopo dal primo contatto. Attenzione anche a dare somme di denaro al corteggiatore con la scusa di pagare ad esempio aereo, treno o hotel, per permettere il primo incontro».
Ma la più diffusa di tutte è la truffa hard che si propaga più facilmente su Facebook, Skype e WhatsApp e che colpisce in netta prevalenza gli uomini. Le vittime in genere vengono scelte a caso e la fascia d’età dei truffati va dai 40 ai 65 anni. Una volta individuato il “malcapitato” scatta il raggiro che «solitamente inizia con una richiesta di amicizia su Facebook da parte di una ragazza giovane e dall’aspetto avvenente – spiega Luca Russo, analista forense che collabora con oltre 20 procure italiane – nel momento in cui l’uomo accoglie la richiesta, la ragazza inizia a scrivergli. Spesso sono donne straniere, che scrivono in maniera sgrammaticata. Ad un certo punto la ragazza chiede all’uomo se voglia vederla nuda e il “malcapitato” solitamente accetta».
Un raggiro che si consuma su WhattsApp, Messenger o Skype attraverso una videochiamata. «La donna si mostra nuda – prosegue Russo – e chiede all’uomo di spogliarsi e farsi vedere nudo in video mentre si masturba. Nel momento in cui l’uomo acconsente scatta il ricatto da parte della ragazza. Una richiesta di denaro per evitare che il video venga reso pubblico online e condiviso con i contatti del truffato. In un primo momento l’uomo generalmente non accetta, allora la ragazza per dimostrare la veridicità delle sue minacce gli invia il link di pubblicazione del video hard che viene solitamente postato sul canale YouTube o sulla pagina stessa della vittima. A questo punto l’uomo si trova di fronte a due scelte, cedere all’estorsione o rifiutarsi. Se cede entra in un circolo vizioso dove le richieste di denaro si moltiplicano. Se si rifiuta solitamente il ricatto cessa, anche se l’uomo può essere ancora vittima di qualche brutto “scherzo”, come nel caso dell’avvocato osimano coinvolto prima dell’estate in una truffa “a luci rosse” dove la ragazza aveva ricreato addirittura un altro profilo Facebook dell’uomo, pubblicando un suo video hard».
Un fenomeno molto più frequente di quanto si possa pensare: «Nella sola provincia di Ancona si possono registrare anche 30 truffe online al giorno – spiega Luca Russo – sono diversi i casi di adescamento con annessa truffa hard trattati dalla Procura di Ancona. Il mio consiglio è di fare molta attenzione quando si accettano amicizie da persone sconosciute e non riconducibili a persone reali. Inoltre prima di accogliere un nuovo contatto sarebbe opportuno visitarne il profilo per verificare da quanto tempo esiste e quante amicizie ha. I truffatori sono soliti infatti creare nuovi profili».
Anche nelle compravendite di prodotti online le brutte sorprese non mancano, «spesso si tratta di prodotti inesistenti o mai consegnati – precisa Russo – i siti più sicuri sui quali acquistare restano quelli dove il pagamento avviene tramite circuito PayPal che offre una tracciabilità della transazione. Ebay è tra i più sicuri per questo. Attenzione invece su Subito a quegli utenti che accettano come modalità di pagamento solo bonifici e ricariche su PostePay. Oltre a mancare la tutela della tracciabilità si rischia di non ricevere la merce pagata».
Molto diffusa anche la truffa sulla falsa tassa di registro per la compravendita di auto dall’estero. «Solitamente – conclude Luca Russo – chiedono un acconto per pagare questa “fantomatica” tassa che nella realtà non esiste affatto, successivamente chiedono il saldo, ma la truffa si è ormai già consumata».