NUMANA – Il sindaco Gianluigi Tombolini è in cabina di regia, in stretta collaborazione con il Ministero degli Esteri, per il progetto “Turismo delle radici”. Proprio in queste ore è stato ospite su Tg2 Italia Europa per parlarne. Si tratta di un’offerta turistica strutturata attraverso strategie di comunicazione ad hoc, che coniuga alla proposta di beni e servizi del terzo settore (alloggi, enogastronomia, visite guidate) la conoscenza della storia familiare e della cultura d’origine degli italiani residenti all’estero e degli italo-discendenti che sono stimati in un bacino di utenza che sfiora gli 80 milioni di persone. Nel 1997 l’Enit inseriva nella categoria “turista delle radici” 5,8 milioni di viaggiatori che visitavano il nostro paese. Nel 2018, undici anni dopo, questo numero era aumentato a 10 milioni (più 72,5 per cento). Nel 2018 il flusso economico in entrata generato dal Turismo delle radici è stato pari a circa quattro miliardi di euro (più 7,5 per cento rispetto all’anno precedente). Correlata al Turismo delle radici è la valorizzazione del ruolo della memoria. Le storie di emigrazione, sacrificio e successo degli avi sono un fermo punto di riferimento per gli italo-discendenti nei cinque continenti. Proprio per questo, la Direzione generale degli italiani all’estero e delle Politiche migratorie della Farnesina ha finanziato il progetto “Italiani all’estero, i diari raccontano”, una selezione delle parti più significative delle testimonianze raccolte in un fondo.
Le parole del sindaco
Il primo cittadino numanese ha spiegato: «Il progetto coinvolgerà anche Numana a partire dal 2024, proclamato anno delle “Radici italiane”, ed offrirà ulteriore slancio per il turismo, consentendo di attrarre tanti italiani che per vari motivi sono emigrati all’estero ed hanno l’occasione agevolata di poter tornare o visitare per la prima volta i luoghi della propria famiglia di origine, con un viaggio emozionale alla riscoperta delle eccellenze e delle tradizioni italiane, nonché appunto delle proprie radici. Interesseremo anche le terze e quarte generazioni che magari non hanno mai visto l’Italia e ne hanno solo sentito tanto parlare. Abbiamo la capacità di intercettarli tramite le Ambasciate. Si partirà dai borghi che spesso hanno subito lo spopolamento. Sono proprio i borghi infatti a nutrire grande emotività in chi li visita. Da lì il volano per l’economia. Adesso occorre lavorare sull’accoglienza».