MARCHE – Turismo, fatturati, posizionamento delle Marche nello scacchiere nazionale. Ferragosto è passato ed è tempo di bilanci per albergatori, ristoratori e operatori del settore. Una stagione che evidenzia lati positivi, ma allo stesso tempo getta ombre sul modello turistico e sulla promozione.
Alberto Tassi, vicepresidente regionale Confesercenti e referente per il Turismo sottolinea: «C’è una sensazione strana da comprendere, dovremo analizzare i dati prima di trarre conclusioni. Abbiamo avuto gli alberghi sempre pieni in estate, però questo non sembra corrispondere a più lavoro. C’è stata una forte richiesta di camere singole e doppie, ma poche per le famiglie. Tanti single e coppie, meno bambini. E abbiamo notato una frammentazione delle famiglie. E questo inciderà sui fatturati e sull’indotto complessivo». Tassi parla di un «recupero ai livelli pre-pandemia ma c’è anche un’altra lacuna. Nelle Marche mancano gli stranieri, questo ci sta condizionando pesantemente. Parliamo di un turismo che fa entrare nella regione valuta dall’estero, famiglie numerose e clienti che arrivano anche a giugno o settembre. La loro assenza comporta un restringimento della stagione al mese di agosto e parte di luglio».
Il messaggio che lancia Tassi è chiaro: «Bisogna fare promozione sui mercati esteri e bisogna avere voli su Ancona da paesi scandinavi, britannici e del nord Europa. L’aeroporto così non è funzionale al turismo e senza turismo fa fatica a reggersi. Dovremo fare molti conti e molte analisi a fine stagione perché stiamo parlando di una regione declassata economicamente in cui manca proprio il Pil del turismo».
Ultima nota, ma non meno importante sulla percezione della regione sui mercati. «Se Altroconsumo posiziona Senigallia tra le spiagge più economiche tra le città simili italiane, significa che le Marche sono una destinazione low cost. Dobbiamo puntare sulla qualità e posizionarci più in alto sul mercato».
Anche Amerigo Varotti, diretto Confcommercio Marche Nord sostiene che i bilanci si debbano fare a fine anno per via dei costi energetici «aumentati del 300% che ridurranno i margini e i ricavi di ristoranti e alberghi». Ma la sensazione è positiva. «Nel territorio pesarese c’è stato un recupero importante. Abbiamo avuto alberghi pieni e i ristoranti lavorano sia sulla costa che nell’entroterra. Abbiamo avuto un ritorno degli stranieri non solo per il Rof di Pesaro, ma anche in altri periodi. Inglesi, tedeschi, francesi e americani che porteranno in alto il dato di arrivi e presenze. Pensiamo di aver superato i dati pre pandemia in alcuni casi, testimoniato anche dalla forte presenza nei musei come il palazzo ducale di Urbino, la rocca di Mondavio, o il museo dei bronzi di Pergola».
Le Marche sembrerebbero una destinazione ideale per il post covid. «I turisti non cercano solo mare e ombrellone, ma sono attenti alla gastronomia, alla cultura e a vivere il territorio facendo esperienze. Tanti eventi e manifestazioni hanno trainato, siamo soddisfatti anche se non mancano le note negative. C’è stata tanta carenza di personale a cui si è ovviato grazie al forte sacrificio dei titolari e familiari che hanno affrontato turni massacranti. Le motivazioni sono tante, non è vero che il lavoro viene pagato poco. C’è un cambiamento culturale da affrontare: i giovani oggi vogliono divertirsi e lavorare nel turismo significa sacrificare i week end e le serate. Dovremo affrontare questo tema».
Altra preoccupazione i «margini ridotti dai costi energetici esageratamente alti. Ci sarà un taglio notevole ai ricavi di una bella stagione. Poi ci preoccupa l’autunno perché le famiglie saranno strette nella morsa dei rincari e rinunceranno a diverse cose. Già abbiamo visto che nei ristoranti c’è stata una contrazione nelle ordinazioni di cibi e bevande. Vedremo i conti alla fine, dobbiamo spingere sulla promozione».