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Un cortometraggio per Gervasio Marcosignori

Castelfidardo ricorda il "poeta della fisarmonica", così chiamato dagli inglesi dopo il concerto alla “Royal Festival Hall” nel 1953 per l'incoronazione della regina Elisabetta. Partita la raccolta fondi per realizzare il docufilm

Gervasio Marcosignori: a lui sarà dedicata l'edizione 2019 del Pif

CASTELFIDARDO – Gli inglesi lo hanno definito “il poeta della fisarmonica”. Mai appellativo fu più appropriato di quello attribuito a Gervasio Marcosignori dalla severa stampa inglese, dopo il concerto alla “Royal Festival Hall” nel 1953 per l’incoronazione della regina Elisabetta. Il grande musicista dall’innato talento è nato a Castelfidardo il 3 dicembre del 1927. A quattro anni dalla morte la sua città gli rende di nuovo omaggio ma stavolta con un corto.

«Siamo lieti di presentare e proporre in collaborazione col regista Max Miecchi una raccolta fondi per la realizzazione di un cortometraggio sul nostro “poeta della fisarmonica” Gervasio Marcosignori, figura fondamentale e indimenticata di Castelfidardo – hanno annunciato dal Comune -. Chiunque potrà contribuire a questo documento che rimarrà nella storia. Partecipare è semplice basta cliccare sul link e fare la propria donazione: https://www.produzionidalbasso.com A breve presenteremo anche una fiaba/libro, sempre su Gervasio, scritta da Jerry Rouge».

Fin da bambino Marcosignori si era dedicato allo studio della fisarmonica con il suo primo maestro, il padre Giovanni. A sette anni anni, nel 1934, suonò addirittura davanti a Benito Mussolini che lo acclamò con un “Bravo Balilla!” e a quindici vinse il primo concorso musicale. Innumerevoli i suoi concerti in tutto il mondo, tanto che nel 1959 gli è stato assegnato l’oscar mondiale della fisarmonica. Un maestro a tutto tondo che ha scritto ben tre volumi sulla musica, uno dei quali si intitola “Tecnica della fisarmonica”, inciso su dischi ed espresso la sua professionalità in qualità di consulente e dimostratore per la “Farfisa” dal 1946 al 1986. Una folla immensa giunta da ogni angolo d’Italia gli diede l’ultimo saluto il giorno dei funerali.