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Un francobollo per Ruffini

Il circolo culturale filatelico numismatico “Matassoli” di Castelfidardo ha richiesto l'emissione di un francobollo personalizzato alle Poste del Lussemburgo a ricordo del soldato nel centenario della sua morte

La ricostruzione dell'ufficio postale a Castelfidardo da parte del circolo "Matassoli"
La ricostruzione dell'ufficio postale a Castelfidardo da parte del circolo "Matassoli"

CASTELFIDARDO – Il circolo culturale filatelico numismatico “Matassoli” di Castelfidardo ha richiesto l’emissione per il 3 novembre di un francobollo personalizzato alle Poste del Lussemburgo a ricordo di Alessandro Ruffini nel centenario della sua morte.

Il francobollo a ricordo di Alessandro Ruffini
Il francobollo a ricordo di Alessandro Ruffini

Ruffini, chi è di Castelfidardo lo sa bene, fu vittima della guerra ma anche e soprattutto di una giustizia sommaria e c’è chi aggiunge, della stupidità umana. «Ruffini Alessandro, figlio di Giacomo e di Bartoli Nazzarena, nato il 29 gennaio 1893 nella Parrocchia di Castelfidardo, di condizione militare della 10a Batteria 34esimo Reg.to Artiglieria da campagna, morì il 3 novembre 1917 a Noventa Padovana alle ore 4 pom. per ordine del General Graziani fucilato alla schiena. Ricevette l’Assoluzione e l’O.S.. La sua salma dopo le esequie fu tumulata nel cimitero comunale», c’è scritto parola per parola nella sua lapide. Quello che successe quel giorno assurse subito agli onori della cronaca già al tempo. A Noventa Padovana, nel pomeriggio del 3 novembre 1917, sfila di ritorno dal Carnia il 28esimo reggimento artiglieria da campagna alla presenza del generale Andrea Graziani. I soldati salutano, compreso il fante Alessandro Ruffini che però non si toglie il sigaro dalla bocca. Il generale lo redarguisce violentemente e lo colpisce con un bastone alla presenza di molte donne e civili. Il soldato non si muove. Un cittadino interviene e osserva al generale che quello non è il modo di trattare i nostri soldati ma l’alto ufficiale non si ferma. Ruffini è stato fatto fucilare sul posto tra le urla delle donne. Il fidardense aveva appena 23 anni. Per la sua crudeltà l’episodio ebbe appunto rilevanza nazionale tanto che il giornale “Avanti!” del 28 luglio 1919 gli dedicò una pagina intera e vennero fatte due interrogazioni parlamentari. A un secolo di distanza la sua Castelfidardo, che mai lo tradì, gli rende omaggio.

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