FABRIANO – Lo stadio comunale di Fabriano sarà ufficialmente intitolato a Mirco Aghetoni. A darne notizia il suo storico gruppo di amici che ha lottato come un leone per poter ottenere una deroga in memoria del loro grande amico.
Mirco si è spento nel maggio del 2015 a causa di un male incurabile «contro il quale ha combattuto strenuamente fino alla fine, senza mai lasciarsi vincere dallo sconforto, ma con un sorriso sempre per tutti», il ricordo degli amici. Una vita contraddistinta da una passione adolescenziale che lo ha portato, suo malgrado, a scoprire la malattia. Mirco si mette in luce nella Fortitudo Fabriano, un campione sulla fascia destra che ha solcato migliaia di volte. Tanto da essere notato dalle giovanili del Siena calcio e poi dall’Ancona. Ma l’incubo si materializza nell’agosto del 2008, quando il sogno sembrava ad un passo dal realizzarsi, il possibile debutto in Serie B. Mirco ha appena concluso la preparazione con la squadra della Berretti dorica. All’improvviso accusa un malore, un fortissimo mal di pancia, con una persistente febbre nei giorni successivi. I genitori allarmati decidono di andare a fondo alla questione. Una mazzata, perché il responso mette i brividi: tumore al fegato. Un male che non lascia scampo. Inizia un vero e proprio tour per ribaltare la sentenza, «come ha sempre affermato, Mirco, con il suo temperamento d’acciaio». Milano, Parigi e New York, in cerca di un medico che voglia operarlo. Nulla da fare. Nel frattempo, a Fabriano si organizzano serata e raccolte fondi per sostenere la famiglia. L’ultimo tappa è Bologna, dove il prof. Antonio Pinna, luminare del policlinico Sant’Orsola, sceglie di operarlo. Un doppio intervento nel marzo del 2009. La speranza si riaccende e Mirco brucia tutte le tappe e si riprende in modo miracoloso, tornando a giocare a pochi mesi dall’operazione. Tutto sembrava andare per il meglio, ma il male, dopo qualche anno, è tornato e questa volta non gli ha lasciato scampo.
«Ho conosciuto Mirco, tramite i suoi amici, sia durante la prima fase della sua malattia e sia nel momento in cui si è aggravato», racconta don Andrea Simone, responsabile dell’ufficio diocesano allo Sport. «Dopo qualche tempo dalla sua morte, il suo storico gruppo di amici e io abbiamo ripensato a lui e ci siamo detti che la sua memoria non doveva cadere nel dimenticatoio, ma bisognava fare qualcosa per tenerla viva. Abbiamo deciso di coinvolgere la squadra Fortitudo calcio, l’ufficio diocesano per lo Sport e l’assessore allo Sport, Giovanni Balducci. Ci siamo interrogati su quale iniziativa promuovere. Lo stadio comunale fabrianese non è dedicato a nessuno e abbiamo pensato a questo, vista la sua grande passione». Subito è stata avanzata la richiesta alla Giunta e l’Esecutivo il 12 ottobre 2016 ha approvato la proposta e fatto partire la richiesta di autorizzazione alla Prefettura di Ancona. Questo perché non sono trascorsi i canonici dieci anni dalla scomparsa della persona alla quale si vuole intitolare una qualcosa, come prevede la normativa vigente».
Le settimane sono passate, ma non si è avuta nessuna risposta. «Era una situazione di stallo», raccontano gli amici e don Andrea. «Pur avendo inserito un curriculum di Mirco, tutto sembrava si fosse fermato. Abbiamo, quindi, deciso di scrivere una lettera firmata dagli amici e dall’ufficio diocesano, con la quale chiedevamo un appuntamento al Prefetto di Ancona, Antonio D’Acunto, per spiegare le ragioni della deroga che avevamo richiesto». Appuntamento fissato per il 16 dicembre scorso. Don Andrea Simone è stato ricevuto. «Il Prefetto mi ha chiesto quali erano le motivazioni e meriti straordinari che ci portavano ad avanzare questa richiesta. Io gli ho spiegato che non erano meriti straordinari, ma ordinari e leali. Mirco ha vissuto secondo dei principi legati al mondo dello sport, quali la lealtà e la sana competizione, ma anche il sacrificio e senso di responsabilità. Ha vissuto seguendo principi antropologici considerando il valore dell’amicizia come un tesoro da proteggere e preservare. Ha vissuto seguendo i principi cristiani appresi grazie alle sue numerose partite nel campetto della chiesa di San Giuseppe lavoratore stringendo solidi rapporti umani e conoscendo la Fede. La memoria di Mirco rappresenta un valore forte capace di ispirare molti altri ragazzi a praticare sport, a credere nell’amicizia e nei valori cristiani». Le accalorate parole di don Andrea hanno sortito l’effetto sperato. Il 26 gennaio scorso, infatti, è arrivata la decisione della Prefettura. Lo stadio di calcio di Fabriano potrà essere intitolato a Mirco Aghetoni.
«Ora in accordo con l’assessorato allo Sport, con l’ufficio diocesano e la Fortitudo calcio, stiamo cercando di individuare una data per la dedicazione ufficiale secondo il protocollo. Ma, visto che sappiamo bene come Mirco fosse allergico al protocollo, stiamo cercando di rendere viva questa intitolazione. Ci sono molte idee e, quasi sicuramente, sarà organizzata una partita amichevole di calcio. I giocatori della Fortitudo e i suoi amici formeranno squadre miste e si affronteranno lealmente sul campo, guardando in alto e sapendo che Mirco farà il tifo per ciascuno di loro».