ANCONA – Un infettivologo per individuare l’epoca del contagio da Hiv. Lo aveva nominato la Procura, per analizzare il sangue del presunto untore Claudio Pinti, il 36enne di Montecarotto arrestato il 12 giugno scorso perché avrebbe fatto sesso non protetto con oltre 200 partner nonostante sapesse di essere sieropositivo. La difesa però ha bloccato tutto con una riserva di richiesta di incidente probatorio. È quanto hanno avanzato gli avvocati di Pinti, Alessandra Tatò e Andrea Tassi (quest’ultimo del foro di Macerata che si è aggiunto alla difesa del 36enne). La Procura li aveva informati della nomina di un ematologo esperto di malattie infettive, il professore Massimo Andreoni, romano, direttore scientifico della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali. Avrebbe dovuto analizzare i campioni di sangue di Pinti per stabilire l’epoca in cui il 36enne autotrasportatore ha contratto l’Hiv, stabilire anche la data del contagio invece sulla sua ex fidanzata, quella che in primavera lo ha denunciato facendolo poi arrestare il 12 giugno scorso, dopo un’indagine della squadra mobile, e stabilire se i due virus (su Pinti e la ex) erano sovrapponibili e quindi stabilire se l’infezione alla ex fidanzata può essere riconducibile al presunto untore.
Ieri era stato fissato il conferimento dell’incarico che è stato però congelato dalla richiesta della difesa che ora ha dieci giorni di tempo per chiedere che l’esame sia fatto con la formula dell’incidente probatorio, quindi come atto irripetibile. Se verrà fatta la richiesta toccherà poi al gip decidere come procedere. La Procura aveva avvisato tutte le parti sulla ctu che voleva effettuare: gli avvocati della difesa e il legale della parte offesa, l’avvocato Alessandro Scaloni che tutela la ex fidanzata. I legali potevano partecipare con un proprio perito di parte. Intanto oggi è atteso il Riesame sulla scarcerazione del presunto untore. Su Pinti ci sono due fascicoli aperti in Procura, uno per lesioni personali dolose gravissime e l’altro per omicidio volontario.