URBINO – Intimidazioni e minacce di morte per farsi pagare la droga, 28enne residente nella Valle del Metauro arrestato per estorsione.
I Carabinieri della Compagnia di Urbino hanno pizzicato il 28enne in flagranza di reato. Si tratta di un disoccupato, pregiudicato per numerosi reati.
L’operazione ha avuto inizio a seguito della denuncia presentata la scorsa settimana da un altro ragazzo che, a partire dal mese di settembre, aveva acquistato dal giovane 28enne delle dosi di cocaina, senza riuscire a pagare quanto illegalmente si era fatto consegnare.
Di qui le intimidazioni e anche le minacce di morte nei confronti della vittima e della propria famiglia, che doveva saldare il debito, nonostante lo stesso avesse provato a dilazionare nel tempo il pagamento. Numerosi gli sms e le conversazioni che l’uomo, terrorizzato dallo spacciatore, ha mostrato ai Carabinieri delle Stazioni di Piandimeleto e Urbania quando, esausto, ha deciso di denunciare per paura di ritorsioni. I militari dell’Arma, una volta ascoltate le dichiarazioni dell’interessato, hanno predisposto un mirato servizio di osservazione, che ha permesso di bloccare il delinquente dopo che questi aveva estorto del denaro contante al malcapitato. Il personale dell’Arma ha proceduto a perquisire l’abitazione del pregiudicato, all’interno della quale erano illegalmente detenuti proiettili di pistola, bilancini di precisione utilizzati per la pesatura dello stupefacente, un bastone “nunchaku” ed un coltello a serramanico.
Lo strozzino, una volta fermato, è stato portato alla casa circondariale di Pesaro e da questa mattina, dopo esser stato interrogato dal Sostituto Procuratore Simonetta Catani, si trova agli arresti domiciliari nella propria abitazione.
Al centro di questa operazione di polizia vi è lo spaccio di sostanze stupefacenti, per il cui reato è stato ulteriormente indagato il pregiudicato tratto in arresto. I Carabinieri stanno ancora definendo i ruoli e le modalità di spaccio, stabilendo i canali di acquisto della droga che viene successivamente ceduta nell’area urbinate, servendosi di spacciatori al dettaglio che, evidentemente, in qualche caso, non riescono a condurre affari floridi e racimolare il denaro pattuito. A questo punto il meccanismo si inceppa e si avvia un percorso altrettanto illegale e pericoloso di recupero crediti, che porta il nome di estorsione e che spesso si conclude con una fine violenta.
Questa volta la parola fine la scrivono i militari della Compagnia di Urbino, inviando il loro rapporto alla Procura.