Attualità

V-Day, i primi vaccini a Torrette: la testimonianza di un infermiere

Selusi Serrani, trent'anni nato ad Ancona, è un infermiere impegnato in area Covid. Questa mattina è stato tra i primi a farsi somministrare il vaccino appena arrivato in Italia

Selusi Serrani
L'infermiere anconetano Selusi Serrani (30 anni) al momento della vaccinazione

ANCONA – La luce in fondo al tunnel. L’arrivo dei vaccini in Italia, per il V-Day di oggi (domenica 27 dicembre), è stato salutato con grande entusiasmo dalla quasi totalità degli italiani vogliosi più che mai di riprendere la normalità della loro vita dopo questa infausta pandemia di coronavirus.
Anche all’ospedale di Torrette sono state eseguite le prime somministrazioni che hanno visto protagonisti perlopiù infermieri. Tra questi c’era anche Selusi Serrani, anconetano di trent’anni, che da tempo è impegnato nelle aree Covid della struttura ospedaliera anconetana. «Aspetto questo vaccino da marzo – spiega Serrani -. Credo alla scienza, al lavoro che c’è dietro, a tutte le fasi che hanno permesso di testare questo vaccino. Chi dice il contrario si basa sul nulla, gli studi scientifici parlano chiaro. Le mie sensazioni? Ieri sera ero emozionato, oggi va considerata una giornata storica per l’Italia e per l’Europa».

Raccontando nello specifico il momento della vaccinazione, l’infermiere anconetano è attento a spiegare tutti i dettagli: «Ci siamo prenotati attraverso la procedura online resa nota nei giorni scorsi. Sono arrivato al terzo piano dell’edificio dove erano presenti tutti i vertici dell’azienda sanitaria tra cui il direttore generale Capogrossi. Tutti ci hanno ringraziato ed è stato un bel momento. Personalmente mi sono vaccinato per le 10.50, sono rimasto mezz’ora come da prassi sotto osservazione, e poi sono andato a casa. L’impatto è esattamente quello degli altri vaccini. Prima di svolgerlo ti fanno la consueta intervista, mi hanno chiesto quando ho sostenuto l’ultimo tampone e successivamente mi hanno consegnato una nota informativa. Adesso dovrò effettuare il richiamo tra 22 giorni».

La cosa più importante di questi giorni, in attesa di iniziare la vera e propria campagna vaccinale, è l’importanza del messaggio lanciato. Serrani ha chiuso proprio esplicando quest’argomento, ritenuto fondamentale per guardare definitivamente avanti: «Ora come ora sono tranquillo. Campagne promozionali non ne abbiamo in programma ma se dovesse servire sono disponibile. A questo anno disastroso, in cui molti di noi hanno pianto i loro cari, si rimedia solo con il vaccino».