Manca ormai poco alla ripresa della scuola e grande è la confusione di alcuni genitori riguardo all’obbligo vaccinale introdotto dalla legge nazionale 119/2017 e dalla Legge Regionale 95 approvata il 9 agosto. La normativa nazionale, che interessa bambini e ragazzi da 0 a 16 anni, ha esteso da 4 a 10 le vaccinazioni obbligatorie. A partire da questo anno scolastico per poter frequentare nidi, servizi educativi, scuole d’infanzia, scuole dell’obbligo (sia pubbliche che private) e centri di formazione professionale dovranno essere effettuate tutte le vaccinazioni previste dal DL73, che le ha rese obbligatorie in relazione all’anno di nascita dei bambini:
- per i bambini nati dal 2001 al 2011 (6 – 16 anni): difterite, tetano, pertosse, polio, epatite B, Haemophilus influenzae b, morbillo, parotite e rosolia;
- per i bambini nati dal 2012 al 2016 (1-6 anni): difterite, tetano, pertosse, polio, epatite B, Haemophilus influenzae b, morbillo, parotite e rosolia;
- per i bambini nati a partire dal 2017: difterite, tetano, pertosse, polio, epatite B, Haemophilus influenzae b, morbillo, parotite, rosolia e varicella.
Per il Meningococco B e il Meningococco C non è stata prevista l’obbligatorietà, ma sono comunque vaccinazioni fortemente raccomandate.
Le 10 vaccinazioni obbligatorie sono gratuite perché rientrano nei nuovi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza). La Regione Marche ha esteso la gratuità alla vaccinazione anti Meningococco C da 0 a 18 anni e per il Meningococco B per i nati 2017 mentre per i nati 2014-2015-2016 con esenzione E01 (reddito), per tutti gli altri partecipazione di spesa euro 50.
Intanto in questi giorni le famiglie con figli non vaccinati riceveranno una lettera raccomandata con l’invito alla vaccinazione, dove troveranno orario e data dell’appuntamento oppure quando verranno contattati per fissarlo. La lettera comprende anche un modulo da firmare che attesta la volontà di aderire alla vaccinazione. Modulo che dovrà essere consegnato alla scuola, per effettuare l’iscrizione, entro il 10 settembre.
La Regione Marche ha istituito “Tutti a scuola, tutti vaccinati”, un apposito spazio informativo e di orientamento per le famiglie sul sito dell’ente, dove è possibile anche scaricare la modulistica necessaria. Attivato anche l’ indirizzo di posta elettronica regionale infovaccinazioni@regione.marche.it per avere ulteriori informazioni e chiarimenti.
«Per i bambini da 0 a 6 anni di età – spiega il dottor Giuseppe Cicione, pediatra di libera scelta – è previsto per l’ingresso a scuola che i genitori attestino lo stato delle vaccinazioni dei figli tramite autocertificazione scaricabile anche dal sito della Regione Marche o tramite fotocopia del libretto vaccinale vidimato dall’Ufficio Vaccinazioni dell’Asur o per mezzo di un certificato di avvenuta vaccinazione rilasciato dai Servizi Vaccinali da consegnare alle scuole entro l’11 settembre 2017. Nel caso in cui sia stata presentata un’autocertificazione è necessario presentare entro il 10 marzo 2018 la documentazione comprovante l’avvenuta vaccinazione. Le famiglie che non riuscissero a presentare la posizione vaccinale dei figli entro il 10 settembre, dovranno dimostrare di aver aderito all’invito dell’Asur, compilando e firmando l’attestazione di volontà ricevuta con la lettera invito, altrimenti i figli non potranno essere ammessi a frequentare la scuola».
In mancanza di regolarizzazione sono previste multe fino a 500 euro, inoltre i minori tra 0 e 6 anni, nonostante il pagamento della sanzione amministrativa pecuniaria, non possono accedere ai nidi e alle scuole materne incluse quelle private non paritarie se non regolarmente vaccinati. I bambini che frequentano queste ambienti collettivi sono infatti esposti a un rischio più elevato di contrarre malattie infettive, rischio che aumenta in presenza di basse coperture vaccinali, come si evidenzia nelle FAQ della sezione Vaccinazioni sul sito della Regione Marche.
Discorso leggermente diverso per la fascia d’età 6 – 16 anni dove il termine per la presentazione della documentazione sullo stato vaccinale dei figli è fissato al 31 ottobre 2017 per la frequenza della scuola dell’obbligo (primaria, secondaria di primo grado e secondaria di secondo grado). «Gli insegnanti – chiarisce il dottor Cicione – non sono soggetti all’obbligo vaccinale, ma devono comunque presentare lo stato delle vaccinazioni, tramite le stesse modalità degli alunni, alla scuola. Alcuni bambini possono essere esonerati in via temporanea o definitiva in presenza di condizioni associate a immunodeficienze (leucemie, linfomi, etc) o in terapia con farmaci immunosoppressori. Vista la possibile richiesta da parte dei genitori di attività di controllo laboratoristico delle vaccinazioni effettuate o dell’immunità acquisita a seguito di infezione naturale, il Decreto Regionale ribadisce che tali verifiche siano prescritte dal medico solo se ritenute strettamente necessarie e comunque non è prevista gratuità per tali test, che sono, quindi, a carico dell’assistito».
«L’obbligo vaccinale – afferma Cicione – sancisce la sconfitta del rapporto fiduciario medico-paziente, perché se un genitore non si fida del pediatra, che ha un solo interesse e cioè la salute del suo piccolo paziente, è un campanello d’allarme sul quale la classe medica deve riflettere. Inoltre c’è da considerare che i paladini del no-vax non sono professionisti che lavorano in campo pediatrico o infettivologico e talvolta addirittura non appartengono alla classe medica per cui non hanno competenze per consigliare o sconsigliare le vaccinazioni. Non vaccinarsi è pericoloso e può comportare gravi rischi, anche la morte. Per il medico se anche un solo bambino dovesse morire per una malattia infettiva che si sarebbe potuta prevenire attraverso la vaccinazione, è una sconfitta per la medicina. I “nemici” dei vaccini solitamente fondano il loro convincimento su tre argomentazioni principali: 1) gli interessi economici delle multinazionali, 2) la dannosità per la salute 3) l’estinzione delle malattie per le quali sono previsti i vaccini. Riguardo agli interessi economici si tratta di un falso, in quanto la spesa nazionale per i vaccini nel 2016 è stata pari a 512 milioni di euro, cifra che rapportata alla spesa sanitaria nazionale totale pari a 116 miliardi di euro, appare esigua. Il totale della spesa farmaceutica è di 28,9 miliardi di euro, solo il farmaco per l’epatite C costa al Servizio Sanitario Nazionale 1,2 miliardi di euro. Pertanto il costo sostenuto per le vaccinazioni risulta a paragone irrisorio e pari a 5,30 euro pro capite. Sulla dannosità dei vaccini esiste una ampia letteratura scientifica internazionale che dimostra l’assenza di correlazione tra vaccini ed autismo e la non dannosità per la salute. Si continua ad insistere sulla presenza di metalli pesanti nei vaccini ma questo dato è completamente falso. Infine la questione che le malattie per le quali sono previsti i vaccini siano scomparse è un dato falso, infatti basta verificare sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità per vedere che il Morbillo dall’inizio del 2017 ha fatto registrare ad oggi circa 4300 contagi in Italia, con 3 decessi. Come affermava Sabin, il medico, candidato al premio Nobel, che sviluppò il vaccino contro la Poliomielite “fino a quando ci sarà un solo bambino affetto da Poliomielite tutti i bambini del mondo saranno a rischio di contrarre la malattia”. »
Per informazioni sui vaccini è attivo il numero verde 1500, il call center del Ministero della Salute che risponde dal lunedì al venerdì, dalle ore 10.00 alle 16.00.
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