ASCOLI – I carabinieri dei Nas in visita ieri (mercoledì 13) alla farmacia ospedaliera del Madonna del Soccorso di San Benedetto. Scopo della verifica il corretto funzionamento dei frigoferi per la conservazione dei vaccini e le procedure collegate di somministrazione agli operatori sanitari del nosocomio. E questo perchè ci sarebbero stati dei ritardi nelle operazioni di somministrazione del prodotto Pfizer, le cui cause sono ancora da chiarire. Forse all’origine del problema un guasto al Gps che aveva impedito il tracciamento dei vaccini nel corso del loro trasferimento verso la struttura sanitaria.
I flaconi nel mirino dei Nas erano arrivati a San Benedetto nella mattinata di martedi (12 gennaio), ma poi sembra che abbiano subito una sospensione temporanea. Da qui l’intervento dei carabinieri del Nucleo antisofisticazione con lo scopo di accertare la situazione nella farmacia ospedaliera e soprattutto la regolarità delle procedure adottate nella giornata in questione. Ad iniziare anche dal funzionamento dei frigoferi che custodiscono i vaccini ad una temperatura di -70 gradi.
«L’ispezione c’è stata – confermano dalla farmacia del Madonna del Soccorso- ma si è trattato solo di un controllo di routine, un intervento che avviene regolarmente. Non è stata rilevata alcuna anomalia e tutto si è svolto in maniera corretta. I ritardi? Se vi sono stati non sono certo da attribuire a noi».
Insomma il blitz dei Nas non è stato improvviso come qualcuno voleva far credere e infatti poi, una volta attuata la verifica, le procedure di somministrazione sono riprese in modo rapido e ordinario. All’ospedale di San Benedetto, come in quello di Ascoli vengono somministrati giornalmente tra i 100 e 120 vaccini al personale sanitario che lavora nelle strutture del Piceno. Ad oggi, le prenotazioni online effettuate dai dipendenti dell’Area Vasta 5 sono 1700 su un totale di 2400 addetti, che comprende anche amministrativi e tecnici.
Secondo il Nursind, sindacato degli infermieri le operazioni procedono senza intoppi e vi è un’alta percentuale di operatori che ha aderito volontariamente al protocollo per sottoporsi al prodotto Pfizer. Ma non vi è nessuna legge o normativa che ne impone la somministrazione a chi non volesse farla.
Come annunciato dalla Regione Marche, dopo gli operatori sanitari si procederà con la vaccinazione a disabili e persone fragili del territorio. Ma molti chiedono che la procedura che dovrebbe prevenire il rischio covid sia applicata presto ad una fascia più ampia della popolazione, ad iniziare dagli insegnati nelle scuole di ogni ordine e grado. Da notare che nelle Marche sono già arrivate le prime dosi del vaccino della Moderna, che non hanno necessità di essere conservati a temperature molto basse. Ma siamo appena agli inizi del percorso.
Intanto nel Piceno sta per avviarsi la campagna di screening di massa anche in tutti i 31 Comuni della provincia che hanno meno di 20 mila residenti. Partirà il 15 gennaio e si concluderà il 31 del mese. Chi risultasse positivo al test antigenico rapido sarà sottoposto poi al tampone molecolare da parte degli operatori dell’Area Vasta 5 e della Croce Rossa.