Attualità

Vaccino Covid, Saltamartini sulla macchina organizzativa: «Modello screening di massa»

L'assessore alla Sanità della Regione Marche, in vista del pronunciamento dell'Agenzia europea per i medicinali sui vaccini, fa il punto. «Le prime 80 mila dosi arriveranno il 30 gennaio»

Filippo Saltamartini
Filippo Saltamartini

ANCONA – «Il modello organizzativo dello screening di massa ci potrà servire per verificare quali sono le possibilità per la somministrazione dei vaccini contro il Covid-19». L’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini preannuncia che, con l’attività di testing tramite i tamponi antigenici rapidi, la Regione Marche sperimenterà di fatto, per prima in Italia, un modello organizzativo che potrà, con i dovuti distinguo, essere calato anche nella realtà della vaccinazione.

Con l’avvicinarsi del 29 dicembre e del 12 gennaio 2021, quando l’Agenzia Europea per i Medicinali (Ema) si pronuncerà sull’autorizzazione all’impiego del vaccino Pfizer (29 dicembre) e Moderna (12 gennaio), sono tanti i nodi da risolvere per dare avvio alla campagna vaccinale più imponente della storia. Uno su tutti, quello del personale medico e infermieristico, coinvolto nell’operazione.

Nelle Marche le prime 80 mila dosi arriveranno il 30 gennaio, spiega l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini e consentiranno, nella prima fase, di vaccinare il personale socio sanitario, gli ospiti delle Rsa e le forze dell’ordine. A fine marzo arriveranno le dosi per gli anziani dai 60 anni in su, le persone con comorbilità, immunodeficienza e fragilità (di ogni età), gli insegnanti e il personale scolastico ad alta priorità, i gruppi sociodemografici a rischio.

A fine giugno quelle per il personale scolastico rimanente, le carceri e i luoghi di comunità, i lavoratori dei servizi essenziali e dei setting a rischio, e le persone affette da comorbilità a rischio moderato. Entro il primo trimestre del 2021 si concluderà la campagna vaccinale che coinvolgerà il resto della popolazione che non ha ancora ricevuto le dosi.

Ma per dare il via alla macchina organizzativa, come prevede il piano nazionale, servono medici e infermieri: «Il commissario Arcuri farà un bando per reclutare il personale» spiega Saltamartini, una procedura che dovrà portare all’assunzione di 16 mila persone, 3 mila dei quali saranno medici. «Fintanto che non verrà assunto il personale con il bando – prosegue l’assessore – non possiamo modellare la macchina organizzativa». Ipotizzando che a vaccinarsi sarà il 70% della popolazione marchigiana, «dovremo fare 2 milioni di dosi perché c’è un richiamo dopo 21 giorni e dato che la somministrazione è prevista nei luoghi al coperto, è evidente che potremo portare questa mole di persone così elevata nei locali dei distretti sanitari».

Tra le ipotesi al vaglio della Regione, c’è appunto il modello organizzativo che si sta strutturando per l’esecuzione della campagna di screening di massa, che avrà luogo nei palazzetti sportivi, mercati coperti, fiere e drive-through della Difesa, utilizzati per i tamponi molecolari, con il supporto di farmacie, pediatri e medici di base.

«Il punto di caduta però è quello del personale – precisa – dal momento che per somministrare il vaccino occorre praticare una iniezione» che può essere eseguita solo da medici e infermieri, ma come evidenzia l’assessore «bisogna vedere se ci sono queste figure professionali, perché il tema è sempre lo stesso: i concorsi vanno deserti e non so se in Italia ci sono tutti questi medici e infermieri, e poi all’esito di questo bando si potrà organizzare la macchina operativa».

«Siamo stati i primi ad acquistare i frigoriferi per le dosi e siamo pronti per lo stoccaggio e la somministrazione – conclude -, sull’organizzazione della somministrazione ci deve dire il commissario quanto personale ci assegna in base al reclutamento unico nazionale che sta predisponendo».