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Il “nuovo” valore della montagna e dei borghi interni: la sfida dell’Unione dei Sibillini

Come è cambiato il modo di vivere la montagna? Come si fa per reagire al covid e alle sue conseguenze economiche? Risponde il presidente Fabrizio Vergari: «Sta a noi dare ervizi e opportunità»

Sibillini
I Sibillini

FERMO- Ripensare alle aree interne, alla valorizzazione dei borghi e a nuovo modo di vivere la montagna quando finalmente l’emergenza sanitaria potrà essere lasciata alle spalle. Prima il terremoto, le cui ferite non sono ancora rimarginate, poi l’impensabile batosta del Covid che ha messo in seria difficoltà gli operatori commerciali delle aree montane marchigiane.

Oltre ai due mesi di lockdown a marzo e ad aprile, per alcune settimane a novembre le Marche sono state in zona arancione. Ciò ha comportato il divieto di spostamento dal proprio comune di residenza e quindi, molte persone che magari avrebbero approfittato delle belle giornate autunnali per fare escursioni, mangiare in un ristorante tipico e trascorrere un paio di giorni di relax in agriturismo immersi nella natura, sono invece rimaste a casa con inevitabili ripercussioni per l’economia di questi incantevoli luoghi circondati dai Sibillini. Lo stesso copione si ripeterà durante le vacanze di Natale, settimane importanti che avrebbero potuto far girare l’economia dei borghi di montagna. La preoccupazione per attività commerciali, ristoranti, agriturismi e b&b si fa sentire. L’Unione Montana dei Sibillini sta lavorando già da tempo a delle strategie per valorizzare il territorio e richiamare i turisti.

«Le attività ne stanno risentendo perché se non è possibile spostarsi da un comune all’altro o da una regione all’altra, è chiaro che le persone non vanno in giro» commenta Fabrizio Vergari, presidente Unione Montana dei Sibillini e sindaco di Santa Vittoria in Matenano (FM).

Fabrizio Vergari, presidente Unione Montana dei Sibillini

Come Unione Montana dei Sibillini quali azioni pensate di intraprendere per risollevare questi territori? «Per adesso nel bilancio abbiamo stanziato 170 mila euro a sostegno dei Comuni, delle aziende e delle famiglie in difficoltà. Un piccolo ristoro che si aggiunge alle risorse erogate dallo Stato».

E per rilanciare il commercio e il turismo nelle aree interne quale strategia metterete in atto? «La scorsa estate nelle nostre montagne c’è stato un vero e proprio boom di visitatori, sia marchigiani sia turisti inglesi e tedeschi, che hanno riscoperto i borghi antichi e il Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Sta a noi dare servizi, opportunità alle persone che vengono in queste zone e accoglierle nel miglior modo possibile. Ci stiamo lavorando molto perché questo è il futuro delle aree interne. Il turismo è la nostra economia. Dobbiamo valorizzare il grande patrimonio che abbiamo a disposizione: monumenti, chiese ecc… Molti però, a causa del terremoto, sono tuttora chiusi e ci vorrà ancora qualche anno prima di poter tornare ad usufruire dei nostri beni storici e artistici. La ricostruzione post-terremoto è partita ma i tempi sono lunghi».

Secondo lei, con tutti gli stravolgimenti che abbiamo vissuto in questo anno, cambierà il modo di vivere la montagna? «Penso che cambierà il modo di vivere in generale. Oggi ci troviamo ad affrontare un nemico che fino allo scorso anno era inimmaginabile. Tutti noi abbiamo dovuto rivedere il nostro stile di vita, i nostri comportamenti».