FANO – L’annuncio ufficiale che ha fatto scendere definitivamente il sipario sul progetto della variante Gimarra ha innescato un vero e proprio terremoto politico in cui le forze di minoranza convergono nel chiedere le dimissioni del primo cittadino Seri. L’ufficializzazione della mancata proroga per l’utilizzo dei 20 milioni che avrebbero permesso la realizzazione dell’infrastruttura e le motivazioni riferite dal sindaco non solo non hanno attenuato il livore, ma al contrario sono servite solo a soffiare sul fuoco della polemica.
Gli esponenti locali di Lega e Fratelli d’Italia commentano in coro l’affaire Gimarra con parole di fuoco: «Un epilogo criminale, non ci sono altre parole, se non quelle già usate da uno dei maggiori esponenti della stessa maggioranza, per definire l’esito dell’annosa vicenda della variante di Gimarra. La città di Fano perde inesorabilmente 20 milioni di euro, per l’inedia di un Sindaco dedito a tutto tranne che ad amministrare la sua città, per una giunta impiegatizia che ha fatto del fine mese il suo orizzonte programmatico, per una maggioranza litigiosa che anziché pensare al futuro di Fano pensa solo al proprio domani politico. Non cerchino allora un capro espiatorio, né tra le proprie fila né esternamente, questo è il fallimento di un’intera amministrazione, e come tale deve essere consegnato alla storia di questa città. Il comunicato della giunta Seri in puro stile “Asilo Mariuccia” in cui si accampano scuse e richieste risibili, denota quello che da otto anni l’opposizione di centro destra va denunciando, non solo l’assoluta incapacità di amministrare, ma la totale mancanza di interesse autentico verso la condizione della città. Infatti, questa opera come altri mancati interventi strategici (vedi digestore), è stata sacrificata sull’altare del mantenimento del consenso politico. Troppo impopolare per prendere una decisione magari utile ma scomoda, troppo complessa e impegnativa per chi pensa non ad Amministrare ma bensì a seminare consenso spicciolo per tentare di essere riconfermato il prossimo turno elettorale. Come può ritenersi ancora affidabile, credibile, e meritorio di credito chi non riesce a spendere per il bene della Comunità una somma cosi importante?». E concludono: «Se avesse un briciolo di dignità, il Sindaco e la Giunta dovrebbero dimettersi e ridare voce agli elettori che dopo questo ulteriore fallimento ben sapranno su chi riporre la fiducia».
Non meno dure le parole del M5S: «Con 20 milioni di euro, Fano avrebbe potuto davvero rivoluzionare la propria viabilità, allontanando il traffico dai centri abitati, a partire dalla realizzazione di una complanare a sud. La Giunta Seri, con il vicesindaco Fanesi in prima linea, per quattro anni non ha saputo far tesoro di questa occasione storica e, incaponendosi su un’opera inutile e dannosa come la variante di Gimarra, ha perso una somma irripetibile. Fano non merita l’incapacità e l’arroganza di una Amministrazione che non ha saputo ascoltare chi, come noi e diversi comitati, proponeva soluzioni alternative e fattibili, mettendola in guardia sul rischio di veder svanire questi fondi. In consiglio comunale siamo rimasti sempre isolati, anche da Lega e Fratelli d’Italia che non hanno mai votato le nostre mozioni. Ecco perché chiediamo immediatamente le dimissioni del Sindaco Seri e della sua Giunta».
Dello stesso tenore Pollegioni, segretario dell’UDC: «Se non si fa la variante Gimarra il pd dovrebbe levare le tende. Non sono parole mie ma di quella parte di PD della maggioranza anti-Minardiana. La variante non era una buona cosa e lo abbiamo detto in tutte le salse. Non si toglie il traffico dal centro città facendolo passare dentro un altro centro abitato. Avrebbero dovuto lavorare per la complanare partendo da Sud a Nord collegandola con quella di Senigallia e Pesaro e così avrebbero liberato tutto il tratto Statale pericoloso. Invece la caparbietà e la spinta politica di una parte del PD ha fatto si che questa Giunta Seri collezionasse l’ennesimo fallimento. Perdono 20 milioni di euro che non sono certo noccioline! A questo punto siano coerenti con quelle dichiarazioni e si dimettano».