Tradizione, culto e folklore si fondono nelle rappresentazioni sacre del venerdì santo, cerimonie dal forte coinvolgimento emotivo, dove viene portato in scena il dolore della Passione di Cristo. La Pasqua nelle Marche vede alcune rievocazioni tra le più antiche e suggestive in Italia come quelle di Ripatransone, Cantiano, Porto Recanati e Monte San Pietrangeli.
IL CAVALLO DI FUOCO – RIPATRANSONE
Rievocazione tra le più antiche d’Italia, il Cavallo di Fuoco anima Ripatransone, la cittadina dell’ascolano. Protagonista un folkloristico cavallo in legno con ruote, baffi e una girandola dalla quale escono fuochi artificiali.
Questa tradizione risale al 1682, per celebrare la data del 10 maggio, quando la Madonna di San Giovanni fu eletta Patrona di Ripatransone. Venne chiamato un fuochista in occasione dell’incoronazione del simulacro della Madonna di San Giovanni. L’uomo, dopo aver concluso il lavoro, salì in sella al suo cavallo e improvvisò uno spettacolo pirotecnico. Quello che era stato un evento estemporaneo divenne una consuetudine.
La manifestazione, che quest’anno si svolge il 28 aprile, inizia alle 21 con l’arrivo del Cavallo di Fuoco in Piazza Condivi. Le luci si spengono e, al suono della marcia 23 del maestro Vincenzo Guarino, viene accesa la miccia. I fuochi vengono sparati allo sguardo estasiato dei tanti visitatori che arrivano puntualmente a Ripatransone per assistere all’evento.
LA TURBA – CANTIANO
Tra gli appuntamenti pasquali più toccanti e visitati delle Marche c’è La Turba di Cantiano, una delle rievocazioni sacre più antiche e suggestive. Il centro storico del piccolo comune di Cantiano, in provincia di Pesaro-Urbino, si trasforma in una scena all’aperto dove elementi teatrali si fondono con l’originaria rappresentazione della Passione di Cristo, tra canti, passi del Vangelo e sfilate. Tra i momenti più toccanti, il processo e la condanna di Gesù, l’Ascesa al Calvario e la Resurrezione, e il “Te Deum” che squarcia il silenzio e chiude la rievocazione.
La Turba nasce intorno al 13° secolo e, con tutta probabilità, dai movimenti popolari di invocazione alla pace che si formarono in Umbria diffondendosi anche nelle Marche. I più umili e affamati scendevano nelle strade e nelle piazze invocando l’intercessione di Dio e della Madonna per porre fine a miserie, guerre e carestie. La parola Turba significa infatti moltitudine di persone. I pellegrini, seminudi, al canto del miserere si autoflagellavano chiedendo perdono. È da loro che nacque la compagnia dei Battuti, che verso il 15° secolo si trasformò nella compagnia del Buon Gesù che diede origine alla rappresentazione della Passione e Morte di Cristo.
La manifestazione ha ottenuto importanti riconoscimenti, come il patrocinio del Ministero dei beni culturali e della Pontificia Commissione per i beni culturali della Chiesa e fa parte del circuito EuroPassion, costituito da oltre 80 associazioni che portano in scena le più importanti e antiche rappresentazioni sacre d’Europa.
La Turba si svolge il venerdì santo con inizio alle 20, in qualunque condizione atmosferica.
LA BARA DE NOTTE – PORTO RECANATI
Nella marinara Porto Recanati, la processione del venerdì santo vede protagonista una bara, sopra la quale viene posto il simulacro di Cristo morto, che viene trasportata lungo le vie del centro dai pescatori, seguiti dalle loro donne che intonano canti tradizionali. Una rappresentazione che nasce nel 1713, quando il vescovo di Recanati, Monsignor Gherardi, promosse l’istituzione di alcune confraternite, tra le quali quella del Cristo Morto. Questa, tra i vari compiti, aveva anche quello di organizzare la Bara de Notte, una processione che deriva dalle sacre rappresentazioni medievali della vita dei Santi e di Cristo.
Ogni anno, la bara in legno e tela, viene allestita in quattro giornate, dal lunedì al giovedì santo. Nel pomeriggio del venerdì santo, il simulacro del Cristo Morto viene calato dalla Croce e collocato sopra la bara. La processione inizia al momento dell’Ave Maria e la bara è sostenuta da dodici “sciabbegotti”, ovvero i pescatori, seguiti dalle loro donne che cantano brani tradizionali, mentre tre pescatori scalzi portano sulle spalle una seconda croce che rappresenta il Cristo e i due ladroni. A chiudere il corteo, i figli dei pescatori, che sorreggono le statue della Madonna, di san Giovanni e di Maria Maddalena.
Il percorso della processione, che non può essere cambiato perché considerato di cattivo auspicio, si snoda dalla chiesa di San Giovanni Battista fino in piazza Fratelli Brancondi.
La rievocazione si svolge il venerdì santo alle 20,30.
IL VENERDI SANTO – MONTE SAN PIETRANGELI
Nel piccolo comune del fermano, Monte San Pietrangeli, la processione del venerdì santo vede sfilare l’antica bara del “Cristo Morto”, realizzata dal celebre architetto Luigi Fontana, tra la fine del 18° e l’inizio del 19° secolo. Una rievocazione la cui origine si perde nella notte dei tempi e che negli anni ’70 è stata ripresa da un gruppo di ragazzi del luogo che l’hanno rivisitata in chiave teatrale. Il centro storico, illuminato dai lumini in vetro colorato, ideati dallo stesso Fontana, si popola di oltre 200 figuranti in costume.
La rappresentazione inizia alle 21 con partenza davanti alla chiesa dei Santissimi Lorenzo e Biagio. Qui viene portato in scena il processo di Gesù e la sua crocifissione. L’antica bara del Cristo Morto è accompagnata dagli “svegliarini” e da tutti i figuranti, in una seconda processione per le vie del centro storico, accompagnata dalla musica della banda dei “Cecchini”.