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Vertenza Elica: l’azienda apre al dialogo, ma con alcuni punti fermi

Cessione gratuita per lo stabilimento di Cerreto D'Esi, piano di riorganizzazione produttiva per Mergo con annessa flessibilità per i lavoratori, in modo tale da ridurre la delocalizzazione produttiva

Un momento del confronto in Regione con vertici di Elica (foto di repertorio)

FABRIANO – Elica è pronta a dialogare a 360° sui contenuti del piano strategico 2021-2023, ma con alcuni punti fermi. Vale a dire, la cessione gratuita per un progetto di reindustrializazione per lo stabilimento di Cerreto d’Esi. Mentre si apre sul numero degli esuberi e sull’utilizzo di tutti gli strumenti per mantenere i livelli occupazionali, oltre che sul mantenimento delle produzioni in Italia. Queste le decisioni della multinazionale di Fabriano, leader mondiale nel settore delle cappe aspiranti, comunicate a seguito dell’incontro avuto – in videoconferenza, con la Regione Marche per l’approfondimento.

L’apertura di Elica

«Dopo attenta riflessione, l’azienda è pronta a rivedere la propria posizione e a dialogare con le parti sociali e le istituzioni per ascoltare eventuali proposte su come mantenere le produzioni in Italia, con lo scopo di salvaguardare gli obiettivi di competitività che il mercato impone e che sono il presupposto fondamentale del piano presentato dall’azienda», l’incipit della nota diffusa da Elica. L’andamento profondamente negativo della società italiana con perdite complessive di 21,5 milioni di euro solo negli ultimi cinque anni, il mercato sempre più concorrenziale delle cappe da cucina, composto da concorrenti internazionali che producono quasi esclusivamente in paesi a basso costo, «costituiscono la base delle criticità che hanno costretto l’azienda a presentare il piano industriale che rappresenta il presupposto di qualunque analisi risolutiva. Per Elica questa sarebbe realisticamente l’unica strada percorribile per essere competitiva, ma da sempre convinta dell’importanza del dialogo, è disponibile a confrontarsi con le organizzazioni sindacali e le Istituzioni su qualsiasi strumento e soluzione alternativa che da questi possa giungere».

I punti fermi di Elica

Ciò premesso e nell’attesa di conoscere le eventuali proposte su come mantenere le produzioni in Italia, l’azienda dà la piena disponibilità a rivedere profondamente gli elementi del piano industriale «purché tali soluzioni siano utili a garantire i presupposti dello stesso, ossia a favorire un futuro competitivo a tutto il gruppo». Nel frattempo, la società propone un confronto sui seguenti argomenti: ulteriori prodotti da realizzare in Italia, revisione del modello organizzativo dello stabilimento di Mergo e diversificazione industriale dell’area.

«Elica è pronta a cercare di individuare alcuni prodotti che, grazie all’elevata specializzazione e qualità della manodopera, potrebbero continuare ad uscire dalle linee di produzione italiane, con l’obiettivo di ridurre l’impatto del piano industriale e cercare di mantenere quanto più possibile lavoro in Italia. La discussione consentirà di selezionare, per lo stabilimento di Mergo, prodotti di alta gamma, cioè “Made in Italy” per i quali Elica è famosa in tutto il mondo».

Cessione gratuita sito di Cerreto

L’azienda è altresì pronta a mettere in discussione il modello organizzativo dello stabilimento di Mergo per cercare di individuare forme di flessibilità dell’orario di lavoro con criteri, modalità e soggetti interessati che potranno essere individuati di concerto con le organizzazioni sindacali.

Inoltre Elica fin da subito ha messo a disposizione gratuitamente lo stabilimento di Cerreto d’Esi per facilitare l’azione di diversificazione industriale. «Allo stato attuale abbiamo concrete manifestazioni di interesse da parte di imprese che sono disponibili a installare le proprie attività dando la possibilità di ricollocamento a parte del personale attualmente impiegato da Elica. Data la piena disponibilità al dialogo, unitamente alle concrete proposte sopra menzionate e volte al mantenimento dell’occupazione in Italia, Elica è pronta per un ampio approfondimento con le parti sociali sia presso il tavolo della Regione Marche che con il ministero dello Sviluppo economico», conclude la nota.