FABRIANO – Botta e risposta al vetriolo fra Maurizio Mangialardi e Carlo Ciccioli. Il casus belli è la vertenza Elica e i risultati scaturiti dall’incontro con i sindacati nella sede di Confindustria Ancona.
L’attacco di Mangialardi
«Se comprendiamo bene, la riorganizzazione presentata ieri con la revisione del Piano consentirebbe di salvare solamente 80 posti di lavoro sui 409 messi a rischio dalla proposta originaria», le parole del capogruppo in Consiglio regionale del Pd, Maurizio Mangialardi. «Dunque, non viene sostanzialmente meno l’arrogante progetto di delocalizzare in Polonia la gran parte degli impianti produttivi dando un colpo mortale al distretto industriale della montagna. Alla luce di quanto sta avvenendo, appaiono ancora più tristi gli sciocchi trionfalismi con cui qualche giorno fa il capogruppo di Fratelli d’Italia Carlo Ciccioli attribuiva alla presunta fermezza del presidente Acquaroli l’apertura della trattativa. La verità è che Acquaroli ha gestito e continua a gestire da notaio il confronto tra azienda e sindacati, ben sapendo di non poter mettersi di traverso rispetto ai propositi del vero capo politico e morale della destra marchigiana, il cavaliere del lavoro Francesco Casoli, di cui peraltro ha collocato in giunta il suo ex assistente parlamentare Mirco Carloni. Ovviamente, come gruppo assembleare del Partito Democratico, siamo pronti a riprendere il sostegno alla mobilitazione dei lavoratori come abbiamo fatto fin dal primo momento, sapendo che dall’esito di questa vertenza passa gran parte del futuro del fabrianese».
La replica di Ciccioli
Non si è fatta attendere la replica del capogruppo di Fratelli d’Italia al Consiglio regionale delle Marche, Carlo Ciccioli. «Di sciocco ci sono solo le dichiarazioni di Maurizio Mangialardi che, a parte sfilare giustamente, ma passivamente, con i lavoratori e farsi mero portavoce di istanze del suo partito a livello nazionale senza apportare nessun contributo personale, nulla ha fatto concretamente. La verità è oggettiva e incontrovertibile nella cronistoria di questa vertenza. Si è partiti il 31 marzo con un muro contro muro fra azienda, lavoratori e parti sociali. Nessuno è riuscito a farli sedere attorno a uno stesso tavolo se non il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, che – prosegue Ciccioli – si è fatto promotore di numerosi incontri sia con la proprietà che con i lavoratori, fino a ottenere la disponibilità alla rivisitazione dei contenuti del piano strategico da parte di Elica. Una disponibilità, poi, confermata durante l’incontro, in videoconferenza, svoltosi con il Mise il 30 giugno scorso con la sospensione ufficiale del piano stesso da parte dell’azienda».
In merito, quindi, alle comunicazioni di Elica, «mi preme evidenziare come al capogruppo del Pd sia sfuggita la parte finale: “L’azienda auspica che tale proposta possa costituire il punto di partenza per una prima fase di confronto da approfondire presso il tavolo ministeriale. Elica, inoltre, si è resa disponibile a valutare le proposte avanzate dalle parti sociali per salvaguardare ulteriori posti di lavoro”. Quindi, un’ulteriore disponibilità a rivedere ancora i contenuti del piano strategico. Nessuno si accontenta di questa prima apertura, anche se la possibilità che 80 famiglie possano tornare a respirare perché non rischiano più di perdere il posto di lavoro, è da salutare con favore, ma di certo non basta. Continuerò a lavorare, come abbiamo fatto fin dall’inizio, per ottenere la salvaguardia dei posti di lavoro e che non ci sia delocalizzazione. Ma, soprattutto, che Elica – conclude Ciccioli – possa restituire al territorio di Fabriano e a tutta la Regione Marche quanto gli operai e le maestranze gli hanno dato fin dalla sua fondazione».