FABRIANO – Pensare anche all’indotto. Su questo punto, pone l’accento la Cna di Macerata che si definisce «preoccupata» a seguito della presentazione del piano strategico da parte di Elica, multinazionale di Fabriano leader mondiale nel settore delle cappe aspiranti, il 31 marzo scorso, che prevede: 409 esuberi su 560 totali dipendenti del comprensorio, chiusura dello stabilimento a Cerreto D’Esi e delocalizzazione del 70% delle produzioni effettuate oggi nei siti di Fabriano, Cerreto e Mergo.
A farsi portavoce delle piccole imprese e dei liberi professionisti dell’indotto Elica è Maurizio Tritarelli, Presidente di CNA Servizi Impresa di Macerata. «Oltre ai 400 esuberi interni dovuti alla delocalizzazione, nella sola zona a cavallo tra la nostra provincia e quella di Ancona ci sono altrettanti addetti dell’indotto che probabilmente perderanno il lavoro. Coinvolti a caduta molti piccoli imprenditori che tutto si aspettavano tranne questa decisione improvvisa». Una scelta ingiustificata secondo Tritarelli in quanto «fino a febbraio di quest’anno molti di loro avevano triplicato i turni per far fronte alle commesse degli stabilimenti Elica di Mergo e Cerreto D’Esi ma, alla luce di quanto accaduto, l’eccezionale produzione serviva solo per riempire i magazzini in previsione dello stop».
Una chiusura, quindi, che ha tutte le caratteristiche di essere stata già programmata da tempo. «Nessuno, né tra i dipendenti né dell’indotto, si aspettava una simile decisione del proprietario di maggioranza, visto che le commesse ci sono e come. Non sembra affatto una crisi aziendale, ma solo una operazione di speculazione per aumentare i guadagni che mette in seria difficoltà molte famiglie, imprese e un intero territorio già ferito da una interminabile serie di eventi catastrofici, dalla crisi della Merloni al sisma, solo per citarne alcuni». Il Presidente Tritarelli conclude con un appello «rivolto a tutti gli organi di governo nazionale e regionale, affinché trovino in fretta una soluzione sostenibile sia per gli addetti interni, sia per tutto l’indotto che Elica aveva tra le province di Ancona e Macerata. La Cna è vicina a tutte le maestranze coinvolte in questa triste vicenda».