FABRIANO – Con ritardo rispetto alla tempistica preventivata, convocato il tavolo per la vertenza Elica al ministero dello Sviluppo economico per il prossimo 28 settembre alle 14. Ancora non è chiaro se si riuscirà a svolgerlo in presenza o in modalità remoto. Ma tant’è, dal Mise hanno inviato la convocazione in Regione Marche, all’azienda, al comune di Fabriano e ai sindacati di categoria.
Secondo quanto deciso prima della pausa estiva, si potrebbe trattare del summit decisivo per arrivare a un accordo fra la multinazionale di Fabriano, leader mondiale nel settore delle cappe aspiranti, e le parti sociali, sui nuovi contenuti del piano strategico 2021-2023. I precedenti contenuti, presentati il 31 marzo scorso, sono attualmente “sospesi” in quanto giudicati inaccettabili dalle Istituzioni e dalle parti sociali: 409 esuberi su 560 totali dipendenti del comprensorio, chiusura dello stabilimento a Cerreto D’Esi e delocalizzazione del 70% delle produzioni effettuate oggi nei siti di Fabriano, Cerreto e Mergo.
Tanti gli scioperi e le manifestazioni, con l’inizio della trattativa che si è mossa su due livelli: istituzionale e locale. Quest’ultima si è conclusa da alcune settimane e si sono registrati alcuni passi in avanti, ma non «sufficienti» secondo i rappresentanti di Fim-Fiom-Uilm. Vale a dire, rientro di alcune produzioni in Italia con il salvataggio di 145 posti di lavoro rispetto al numero di esuberi dichiarati.
«Le distanze restano ancora molto importanti, ma il Coordinamento sindacale è riuscito ad impegnare l’azienda a mantenere la produzione di NiKolaTesla, prodotto simbolo e di punta, in Italia, in aggiunta a quanto si era già ottenuto nei precedenti incontri. Rimane ancora troppo alto il numero di persone che rischiano di essere escluse dal ciclo produttivo, ed una parte importante di modelli “alto di gamma” e assimilabili, continuano ad essere ritenuti non sostenibili da parte del management, ma comunque potrebbero essere di oggetto di discussione e valutazione. L’incontro al Mise sarà per valutare gli strumenti che possono essere messi a disposizione di un progetto di reshoring che potrebbe essere costruito, in una prospettiva di lungo periodo, a salvaguardia dell’occupazione sul territorio e del patrimonio industriale del Paese», le parole delle parti sociali. «Grazie alle proposte valutate in queste settimane si riuscirebbe a ridurre il numero di persone coinvolte nel piano industriale di circa 145 dipendenti. Elica dimostra così di continuare a rispettare gli impegni stabiliti e l’iter tracciato che prevedeva, dapprima, l’individuazione delle famiglie di prodotto da riportare in Italia e successivamente gli altri strumenti di riduzione del numero degli esuberi», hanno evidenziato da Elica.
Ora, la convocazione ministeriale per tirare le somme di questa lunga trattativa.