FABRIANO – Un pacchetto di sedici ore di sciopero nell’ambito della vertenza Elica, probabilmente in concomitanza, per le prime ore, dell’incontro a Palazzo Raffaello fra l’Esecutivo regionale e il management della multinazionale di Fabriano, leader mondiale nel settore delle cappe aspiranti, e in calendario per lunedì 24 maggio alle 13.
Continua, dunque, la mobilitazione nell’ambito della vertenza Elica e alla presentazione del piano strategico 2021-2023 che prevede: 409 esuberi su 560 totali dipendenti del comprensorio, chiusura dello stabilimento a Cerreto D’Esi e delocalizzazione del 70% delle produzioni effettuate oggi nei siti di Fabriano, Cerreto e Mergo. Il Coordinamento unitario sindacale proclama un pacchetto di 16 ore di sciopero per tutto il Gruppo da effettuarsi nei prossimi giorni a sostegno della mobilitazione con iniziative che saranno coordinate dalle Segreterie territoriali e dalle singole Rsu degli stabilimenti di Mergo, Cerreto D’Esi e Castelfidardo.
«La contrarietà al piano di delocalizzazioni e licenziamenti presentato di Elica, oltre alla risposta delle lavoratrici e dei lavoratori, è stata chiaramente manifestata da tutti: il Territorio, il Governo, tutti i Sindaci dell’area montana e la Regione, hanno ritenuto inaccettabile e pericolosa la strategia della multinazionale. Da ogni parte è arrivata la richiesta di ritiro del piano. Il silenzio da parte dell’impresa è stato assordante e nel frattempo, in maniera unilaterale, il progetto sta andando avanti», scrivono le parti sociali.
In attesa dell’incontro di lunedì prossimo – 24 maggio – in Regione, i rappresentanti sindacali denunciano come negli stabilimenti della multinazionale di Fabriano si stia lavorando «in un clima pesantissimo dovuto all’annuncio dei licenziamenti e della dismissione delle produzioni, e alle azioni che l’azienda sta mettendo in campo per creare ulteriori paure e contrapposizioni tra le persone. Siamo in presenza di una vera e propria bomba sociale che può esplodere in qualsiasi momento dentro e fuori le fabbriche».
Il Coordinamento unitario ritiene urgente una nuova convocazione del tavolo di crisi al Mise «per provare a riprendere una discussione che l’azienda non ha mai voluto iniziare e capire insieme come si possono costruire i presupposti per mantenere il lavoro in Italia, nell’interesse delle persone di Elica, del territorio e di tutto il Paese». Viene, quindi, confermato lo stato di agitazione e annunciato il pacchetto di 16 ore di sciopero.