Attualità

Vertenza Elica: il coordinamento sindacale pronto a nuove proteste

Non accenna a scendere la tensione sulla vertenza che coinvolge la multinazionale di Fabriano. Il tutto in attesa dell'apertura ufficiale, in remoto, del tavolo di crisi al Mise

Il blocco della SS. 76 degli operai di Elica (Foto reportorio)

FABRIANO – Vertenza Elica, i sindacati proclamano lo stato di agitazione permanente e, quindi, non si escludono nuove forme di protesta. «L’ostinazione a proseguire nel proprio progetto da parte del management aziendale, che con “grande dolore” lo scorso 31 marzo ci ha annunciato la delocalizzazione di oltre 70% della produzione attualmente fatta in Italia a favore della Polonia, con conseguenti 409 esuberi, non fa parte della storia e dei valori di questa azienda e va assolutamente rigettato», le loro dure parole.

Non accenna, dunque, a scendere la tensione sulla vertenza che coinvolge la multinazionale di Fabriano a seguito della presentazione del piano strategico 2021-2023 che prevede esuberi, chiusura dello stabilimento di Cerreto D’Esi e delocalizzazioni. In attesa dell’avvio del tavolo di crisi, in modalità remoto, convocato per il 29 aprile prossimo, con orario ancora da definire, al quale parteciperanno azienda, sindacati di categoria e i tecnici del Mise stesso, le parti sociali tornano a tuonare. «Nell’incontro bilaterale di ieri, 20 aprile, tra noi, la Regione Marche e il Mise, le Istituzioni ci hanno riferito la volontà di Elica di procedere con il suo piano, dando al massimo disponibilità ad attenuarne gli effetti».

Dunque, non un passo indietro, al momento. «Le Segreterie territoriali e le Segreterie nazionali di Fim-Fiom-Uilm non ritengono percorribile una discussione incentrata su delocalizzazioni in un momento di crescita del mercato, solo per inseguire logiche finanziarie che non tengono conto di chi lavora e che rischia di creare ulteriori tensioni sociali dentro gli stabilimenti del gruppo. Il Mise e la Regione Marche hanno ribadito la loro contrarietà al piano di Elica, confermando la disponibilità a valutare tutti gli strumenti da mettere a disposizione nella complicata discussione. Risulta fondamentale, al fine di evitare situazioni drammatiche in tutto il Paese, la proroga del blocco dei licenziamenti da parte del Governo», chiedono i rappresentanti sindacali che hanno deciso di proseguire nel manifestare il loro dissenso attraverso gesti concreti, come quello di ieri che ha portato 300 lavoratori dello stabilimento di Mergo a scioperare e a bloccare la SP 9 e la SS. 76 all’altezza dell’uscita di Apiro-Mergo. Proclamando, di fatto, lo stato di agitazione permanente di tutto il gruppo «per difendere il lavoro e il futuro della nostra azienda e di tutto il territorio. Fermiamo le delocalizzazioni, costruiamo insieme il futuro», concludono.